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Crisi: ecco il Manifesto di Solidarietà per la segmentazione dell’Eurozona. Tra i firmatari Bagnai e Borghi

lunedì 27 maggio 2013, di Erika Di Dio

Un gruppo di importanti economisti (tra cui i nostri italiani Alberto Bagnai e Claudio Borghi) ha formulato un manifesto volto ad una condivisione dei costi di aggiustamento degli squilibri dell’eurozona attraverso un ritorno graduale ed ordinato alla flessibilità delle valute. Tutti sono d’accordo nel dire che la premessa indispensabile è lo smantellamento della moneta unica.

Il manifesto sarà presentato ufficialmente a Parigi il 15 giugno.

I firmatari sono:

  • Alberto Bagnai,
  • Claudio Borghi Aquilini,
  • Brigitte Granville,
  • Hans-Olaf Henkel,
  • Stefan Kawalec,
  • Jens Nordvig,
  • Ernest Pytlarczyk,
  • Jean-Jacques Rosa,
  • Jacques Sapir,
  • Juan Francisco Martín Seco,
  • Alfred Steinherr.

Il manifesto

  • La crisi dell’Eurozona mette a rischio l’esistenza dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo

La creazione dell’Unione europea e del Mercato Comune Europeo sono tra i maggiori risultati politici ed economici del dopoguerra. Il notevole successo dell’integrazione europea è stato il risultato di un modello di cooperazione, che serviva tutti gli stati membri, non minacciando nessuno di loro.

Si pensava che l’euro sarebbe stato un altro importante passo sulla strada di una maggiore prosperità in Europa. Invece, la zona euro, nella sua forma attuale, è ormai una seria minaccia per il progetto di integrazione europea.

I paesi del sud della zona euro sono intrappolati in recessione e non possono ripristinare la loro competitività svalutando le loro monete. D’altra parte, i paesi del nord della zona euro sono invitati a compromettere i benefici delle loro politiche finanziarie prudenti e ci si aspetta che essi finanzino continuamente i paesi del Sud attraverso infiniti salvataggi. Questa situazione rischia di far scoppiare gravi disordini sociali in Europa meridionale e mina profondamente il sostegno pubblico all’integrazione europea nei paesi del nord Europa. L’euro, invece di rafforzare l’Europa, produce divisioni e tensioni che minano le fondamenta stesse dell’Unione europea e del Mercato comune.

  • Una strategia sotto l’egida della solidarietà europea

Secondo la nostra opinione, la strategia che offrirebbe le migliori possibilità di salvare l’Unione Europea, il più prezioso raggiungimento dell’integrazione europea, sarebbe una segmentazione controllata della zona euro tramite un’uscita concordata dei paesi più competitivi. L’euro potrebbe quindi rimanere - per qualche tempo - la valuta comune dei paesi meno competitivi. Ciò potrebbe significare alla fine, un ritorno alle monete nazionali o a diverse valute utilizzate da gruppi di paesi omogenei. Questa soluzione sarebbe l’espressione della solidarietà europea. Un euro più debole migliorerebbe la competitività dei paesi dell’Europa meridionale e li aiuterebbe a fuggire dalla recessione. Ridurrebbe anche il rischio di panico bancario e il crollo dei sistemi bancari nei paesi dell’Europa meridionale, che avverrebbe se essi fossero costretti a lasciare la zona euro o decidessero di farlo a causa delle pressioni dell’opinione pubblica nazionale, prima dell’uscita dei paesi più competitivi.

La solidarietà europea sarebbe ancora sostenuta da un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto a prevenire le guerre valutarie, nonché le eccessive fluttuazioni valutarie tra i paesi europei.

Ovviamente, almeno in alcuni dei paesi del sud, sarebbe necessario un haircut dei debiti. L’entità di tali riduzioni e i costi per i creditori sarebbero, tuttavia, inferiori rispetto al caso in cui questi paesi restassero nella zona euro e le loro economie continuassero a crescere al di sotto del loro potenziale, peraltro continuando a soffrire di un’alta disoccupazione. In questo modo, l’uscita dall’Eurozona non significherebbe che le economie più competitive non debbano sopportare il costo per la diminuzione dell’onere del debito dei paesi in crisi. Questo avverrebbe, tuttavia, in circostanze in cui il loro contributo aiuterebbe tali paesi a tornare alla crescita economica, in contrasto con i salvataggi attuali, che non portano da nessuna parte.

  • Perché questa strategia è così importante?

Inutile dire che è nostro interesse comune che l’Unione europea torni alla crescita economica, la migliore garanzia per la stabilità e la prosperità europea. La strategia di segmentazione controllata della zona euro potrebbe facilitare questo risultato nel modo più veloce.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: European Solidariety

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