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Crisi dell’Euro: torniamo a parlare di collasso? Il futuro è una vera sfida

giovedì 28 marzo 2013, di Federica Agostini

Dopo mesi di calma sui mercati finanziari di tutto il mondo, tornano sulla scena i timori per il futuro della zona Euro e si abbattono come una vendetta. Le turbolenze di Cipro diffondono le preoccupazioni da contagio della crisi e, ancora una volta, l’Eurozona è vittima di se stessa.

Investitori a nervi scoperti

Tanto nervosismo degli investitori si scarica sul mercato delle obbligazioni della periferia dell’Euro e sulla moneta unica che viaggia al ribasso verso i minimi degli ultimi 4 mesi.

Oggi a Cipro riapriranno le banche e l’evento sarà osservato da vicino, per valutare l’entità della forza con la quale i cittadini ciprioti correranno agli sportelli: il famoso contagio negativo torna a far tremare i mercati.

Il punto, spiegano gli analisti, è che il "bank run" di Cipro potrebbe innescare un effetto a catena sugli altri paesi della periferia dell’Euro e in quel caso diventerà sempre più difficile impedire il collasso della moneta unica.

Come sappiamo, lunedì è stato accordato un bailout di 10 miliardi di Euro per l’isola di Cipro; in cambio il governo è intervenuto sulle due banche più grandi, chiudendone una (Laiki Bank) e ridimensionando l’altra (Bank of Cyprus).

Zona Euro: il sistema è scheggiato ormai

Secondo gli analisti di Nomura, i capital control imposti sull’isola di Cipro rappresentano una scheggiatura nel sistema dell’Eurozona. Si legge in una nota della banca:

"Il tipo e la portata dei controlli imposti sui capitali ciprioti, implica che ci sono chiari elementi di separazione per la valuta in vigore. Un parametro fondamentale per il futuro, sarà la durata temporale di questi controlli."

Se i controlli saranno temporanei, probabilmente l’effetto sarà minimo e facile da dimenticare, ma se dovessero rivelarsi permanenti, allora l’effetto sarà proporzionalmente pronunciato. "Per quanto ne sappiamo, potremmo già essere nella zona grigia dell’Euro."

 Secondo Peter Morici, professore all’Università del Maryland:

"La fallacia dell’Euro sta mostrando la sua natura; se la zona euro fosse davvero conveniente per le economie dei cittadini, allora perché Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro si trovano a fronteggiare un tasso di disoccupazione mai visto negli ultimi 20 anni? Il tempo ci porterà verso nuove ’Cipro’ e vedremo altre banche al fallimento."

I mercati vacillano

Le preoccupazioni per Cipro aumentano e la conseguenza è che l’Italia ha faticato molto a vendere i 6.9 miliardi di Euro in obbligazioni a 5 anni nell’asta di mercoledì, mentre i rendimenti sui titoli del debito spagnolo superano il 5%: segnali preoccupanti per gli analisti.

La mancata formazione di un governo in Italia, dopo oltre un mese dalle elezioni contribuisce ai venti contrari che soffiano sull’Euro che secondo gli analisti potrebbe arrivare a 1.2450 contro il dollaro in caso di nuove elezioni.

Non solo, i commenti di Jeroen Dijsselbloem (sebbene poi rettificati), secondo il quale il bailout di Cipro potrebbe essere un modello per i futuri piani di salvataggio, ha contribuito in maniera decisiva a far crollare la fiducia nella zona Euro e nella sua valuta.

Previsioni per il futuro, la vera sfida è:

Andrew Pease, a capo della Russell Investments di Sydney, spiega:

"A questo punto la vera sfida risiede in Spagna e in Italia, dov’è impossibile non pensare che ci si stia dirigendo verso una mini-escalation della crisi; nei prossimi mesi il timore per il futuro d’Europa soffierà venti contrari, distruggendo con buona probabilità tutti i progressi raggiunti sin ora sui mercati finanziari di tutto il mondo."

Traduzione e adattamento di Federica Agostini Fonte: CNBC

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