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Come sarà la scuola del ministro Stefania Giannini? Le sue idee in 10 punti
martedì 25 febbraio 2014, di
La squadra di Governo è fatta. Ogni dicastero ha il suo ministro. Ieri il Governo Renzi ha incassato la fiducia al Senato con 169 voti a favore. Oggi è il turno della Camera.
Nella schiera dei nuovi ministri c’è Stefania Giannini, il nuovo ministro dell’Istruzione, che sta cominciando a lanciare idee sulla "sua scuola" in tono deciso. Ma chi è Stefania Giannini?
Senatrice di Scelta Civica, è Professoressa Ordinaria di Glottologia e Linguistica dal 1999 ed è stata rettrice dal 2004 al 2013 dell’Università per stranieri di Perugia.
Si è occupata della promozione linguistica e culturale dell’Italia nel mondo e ha coordinato progetti per l’internazionalizzazione del sistema universitario e per la mobilità studentesca in Europa e nei paesi extraeuropei, come: Erasmus Mundus, Italia-Cina, Italia-Egitto, Italia-Turchia, Expo 2015.
I suoi progetti hanno spesso avuto come obiettivo i processi di integrazione sociale e culturale degli immigrati e degli stranieri in Italia.
Come sarà la scuola del ministro Giannini?
Arrivata da poco in viale Trastevere il ministro Giannini ha le idee chiare:
- si ai cicli brevi (idea lanciata dall’ormai ex ministro Carrozza) e alla maturità un anno prima;
- riforma della scuola media inferiore;
- no ai concorsoni che hanno generato problemi, ricorsi e alimentato la platea dei precari, al contrario bisogna trovare nuovi strumenti per le assunzioni nella scuola;
- no al monopolio della tecnologia;
- gli Invalsi sono un buono strumento, ma vanno migliorati e perfezionati;
- in linea generale gli scatti di anzianità devono essere concepiti in base al merito, allo studio, all’aggiornamento costante, perché gli automatismi di stipendio rappresentano “il frutto di un mancato coraggio politico del passato”;
- finanziamenti per la scuola statale e non statale;
- riconoscimento del diritto allo studio per gli studenti e al merito per i docenti;
- valutare un piano di messa in sicurezza delle scuole e occuparsi anche di edilizia scolastica.
E l’ultimo punto? Dall’anno prossimo torna il bonus maturità:
"Non era il bonus maturità in sé, ma il fatto di aver cambiato le regole in corso, ad aver scatenato il putiferio. Che la carriera scolastica conti per me è importante, lo studente non deve andare all’università vergine, ignorando tutto quello che ha fatto prima: il voto di maturità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci, bisogna valutarlo insieme a tutte le altre cose che gli vengono richieste nell’esame di selezione".
Secondo il neoministro Giannini:
"Un Paese non può spendere 275 miliardi in pensioni e 53 in istruzione".
Le parole da cui partire sono: merito, valutazione, autonomia. Senza contare gli investimenti nella ricerca, nel capitale umano, nella crescita, nel futuro.
In una nota personale Stefania Giannini ha scritto:
"Penso che l’istruzione sia l’unica vera forma di riscatto e avanzamento sociale per l’individuo e per le collettività, purché fondata su qualità e talento, per chi insegna e per chi impara. La scuola può e deve fare molto per generare il cambiamento. Nell’università, come nella società, non tutto uguale per tutti, ma tutto possibile per chi lo merita e per chi si impegna per ottenerlo, con pari opportunità (Art. 34 della Costituzione). ’Education, education, education’ erano le tre priorità di Tony Blair negli anni ’90. Il messaggio è ancora attuale per l’Italia e l’Europa di oggi, come unica via d’uscita da una crisi che non è fatta solo di numeri, ma che ha invaso da troppo tempo le nostre coscienze. Cambiare l’Italia e riformare l’Europa significa prima di tutto risvegliare le nostre coscienze".
Siamo d’accordo con il ministro: l’istruzione è l’unica vera forma di riscatto e avanzamento sociale per l’individuo, è un’arma contro ogni sopruso, è uno strumento di difesa e con i tagli all’istruzione e alla cultura non c’è futuro per l’Italia, non si vince la dura battaglia contro la disoccupazione giovanile.