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Cnbc, elezioni italiane: quanto potrebbero danneggiare ancora l’economia?

martedì 19 febbraio 2013, di Erika Di Dio

Mentre si avvicinano le elezioni italiane e si chiude il divario tra i candidati di destra e di sinistra, gli analisti temono che il testa a testa politico potrebbe tradursi in un parlamento senza maggioranza, un risultato che potrebbe facilmente far deragliare la già fragile economia italiana.

"Le elezioni italiane restano un significativo evento rischioso, non si possono escludere sorprese nell’ultima settimana della campagna", hanno detto in una nota di ricerca gli analisti di ricerca di Credit Suisse.

Secondo una media realizzata tra i sondaggi pubblicati prima del 9 Febbraio, quando è iniziato un periodo di blackout per i sondaggi, il leader del centrosinistra Pier Luigi Bersani e il suo Partito Democratico (PD) avrebbero avuto 5,7 punti percentuali di vantaggio sul rinnovato Popolo della Libertà (PDL) di Berlusconi. Seguivano il comico Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, vista da molti come un voto di protesta e il blocco del leader tecnocrate Mario Monti al quarto posto.

Gli analisti di Credit Suisse hanno osservato che la rimonta nei sondaggi del partito miliardario di Berlusconi e la nascita del voto di protesta (circa il 30% dei potenziali elettori sono rimasti indecisi o prevedono di astenersi) aveva creato un’aria di incertezza prima delle elezioni del 24 e 25 Febbraio.

"A nostro avviso, il risultato più probabile resta una coalizione di governo tra il centro-sinistra guidato da Pier Luigi Bersani e il centro guidato da Mario Monti, tuttavia, ci sono diverse alternative e sotto-scenari che non possono non essere considerati" hanno detto gli analisti.

Un connubio perfetto?

In particolare, il rischio che nessun partito vincerà la maggioranza assoluta o formerà un’ampia coalizione potrebbe essere destabilizzante per i mercati, almeno nel breve periodo”, ha detto Credit Suisse.

"Anche se alcuni componenti dei partiti dell’”anti-sistema” si potessero unire alla coalizione che vincerà la maggioranza relativa, tale soluzione comporterebbe un governo debole ed eterogeneo. La probabilità di nuove elezioni indette entro un anno o due sarebbe relativamente elevata", aggiunge la nota.

Nonostante le divergenze sulla riforma del mercato del lavoro, Bersani ha detto che il suo partito PD formerebbe una coalizione con il tecnocrate Monti, la cui popolarità nei sondaggi è scesa da quando il suo governo ha iniziato ad introdurre politiche di austerità severe per affrontare un 120% di rapporto debito pubblico/Pil.

L’attuazione delle riforme

Stefano Fassana, consigliere economico nel partito di Bersani, ha detto alla CNBC che la cosa più importante per il prossimo governo è quella di attuare le riforme.

"Il problema per il prossimo governo non è di sopravvivenza, ma di attuazione delle riforme. Vogliamo avere un governo credibile e in grado di fare ciò", ha detto alla CNBC a Roma, escludendo la formazione di una coalizione con l’estrema sinistra.

Una coalizione tra Monti e Bersani sarebbe il miglior risultato per i mercati, ha dichiarato Credit Suisse, ma potrebbe richiedere tempo per appianare le divergenze politiche. Fassina sembrava positivo che ciò potesse essere raggiunto.

"La questione più controversa è quella relativa al mercato del lavoro, ma abbiamo trovato un compromesso quando Monti era primo ministro", ha detto Fassina. “Vogliamo collaborare con la coalizione di Monti, anche se abbiamo la maggioranza al Senato, perché pensiamo che la prossima legislatura dovrebbe affrontare questioni costituzionali, riforme istituzionali e strutturali avanzate", ha aggiunto.

I ritardi potrebbero avere un impatto sulla strategia di invertire l’anemica economia italiana, che ha subito una contrazione per sei trimestri consecutivi. I dati più recenti hanno mostrato che il prodotto interno lordo in Italia (PIL) è diminuito dello 0,9% nel quarto trimestre del 2012 dal terzo, pari a una crisi più lunga di quella che l’Italia ha subito nel 2008 e nel 2009.

Gli analisti di Credit Suisse ritengono che un accordo tra le due coalizioni "alla fine prevarrebbe dopo le consultazioni", anche se il tempo che ciò impiegherebbe non era chiaro, potenzialmente destabilizzando i già volatili mercati obbligazionari italiani.

Michala Marcussen, responsabile globale di Economia presso Societe Generale, ha detto alla CNBC che un’unione sarebbe la migliore delle ipotesi per i mercati, ma Bersani, se dovesse vincere le elezioni, dovrebbe affrontare esigenze contrastanti.

"Abbiamo da un lato Bersani che dice di essere impegnato nell’austerità e nelle riforme strutturali – il che piace ai mercati e ai partner europei dell’Italia - ma dice anche molto attentamente che c’è bisogno di più giustizia sociale nelle misure di riforma”.

Riforme e crescita economica

La sfida consiste nel bilanciare riforme eque con la necessaria crescita economica, che si prevede subirebbe una contrazione di un punto percentuale nel 2013.

Daniele Antonucci, economista di Morgan Stanley, ha convenuto che la crescita economica è stata la chiave per il successo di qualsiasi governo.

"Anche se la politica fiscale probabilmente rimarrà prudente e il programma di riforme continuerà ad un ritmo moderato, da una prospettiva di medio termine, la domanda più pressante è se l’Italia sarà in grado di rafforzare la sua economia e raggiungere una “nuova normalità” con una costante crescita", ha detto in una nota di ricerca lunedì.

"Per ora, c’è un’altra, meno attraente, “nuova normalità”. Il malessere della crescita in Italia, e come e se verrà curato, diventerà un punto di riferimento per gli investitori", ha detto.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc

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