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Cina: crolla il PMI manifatturiero, azionario in crisi. Continuano i dolori di Pechino

lunedì 3 agosto 2015, di Flavia Provenzani

L’attività manifatturiera in Cina è scesa molto più di quanto inizialmente stimato dagli analisti nel mese di luglio, registrando la riduzione più rilevante in due anni. Gli ordini sono diminuiti, come diminuiscono le speranze che la seconda economia più forte del mondo possa essere stabile.

Il market mover fa seguito ad un’altra rilevazione sottotono di sabato, che ha inaspettatamente mostrato una crescita delle imprese manifatturiere in fase di stallo, rafforzando l’opinione che l’economia cinese in difficoltà abbia bisogno di più stimoli, anche alla luce delle forti problematiche emerse con il crollo del mercato azionario.

I timori per una rapida caduta del mercato hanno aggiunto una certa urgenza ai responsabili politici di Pechino; molti analisti si aspettano l’implementazione di misure di sostegno più efficaci in poche settimane.

L’indice PMI manifatturiero Caixin (rilevazione privata) è sceso a 47,8 nel mese di luglio, il minimo da luglio 2013, da 49,4 di giugno.
Il risultato è peggiore della lettura preliminare a 48,2 e segna il quinto mese consecutivo di contrazione.

I nuovi ordini registrano una flessione dopo essere aumentati nel mese di giugno, mentre la produzione manifatturiera si è ridotta per il terzo mese consecutivo fino a colpire quota 47,1, livello che non si registrava da 3 anni e mezzo.

Il peggioramento delle condizioni delle aziende manifatturiere ha portato alla riduzione del personale per il ventunesimo mese consecutivo, le fabbriche hanno dovuto ridurre i prezzi di vendita a causa della concorrenza in aumento.

Già alcuni economisti placano gli allarmismi circa la discesa del settore manifatturiero cinese a luglio, sostenendo che la debolezza può essere transitoria.

E mentre le aziende esposte sul mercato azionario hanno registrato molte perdite, la storia del Paese dimostra che il calo dei prezzi delle azioni non influisce sulla spesa reale in Cina, affermano gli analisti.

"Quando il prezzo delle azioni aumenta, il consumo non accelera",

ha detto Julian Evans-Pritchard della Capital Economics, in riferimento al recente rally sull’azionario in Cina e quello nel 2007/08.

Invece, la spesa al dettaglio in Cina è cresciuta più rapidamente dopo che i prezzi delle azioni sono crollati nel 2007/08.

"L’effetto ricchezza non è evidente in Cina."

Con l’indebolimento della domanda che potrebbe continuare a pesare sulle esportazioni della Cina, analisti come Evans-Pritchard ritengono che un aumento della spesa per le infrastrutture del governo e un ulteriore allentamento della politica dovrebbero sostenere i consumi interni nei prossimi mesi, per garantire all’economia il raggiungimento del target governativo di crescita del 7% annuo.

Tuttavia, le prospettive fabbrica cerca lento al meglio.

Tuttavia, le prospettive per il settore manifatturiero non sono rosee.
Anche la lettura ufficiale dell’indice manifatturiero Purchasing Managers (PMI) è stato più debole del previsto, scendendo a 50,0 a luglio da una lettura in crescita di giugno a 50,2. Il dato si concentra più sulle imprese di maggior grandezza, che probabilmente beneficeranno di più in futuro delle implementazioni delle infrastrutture rispetto alle imprese più piccole.

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