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Cina, crisi crediti deteriorati: necessario $1 trilione o sarà crollo

lunedì 9 maggio 2016, di Livio Spadaro

Il problema dei non-performing loans, o crediti deteriorati, non sembra essere circoscritto alle sole banche italiane ed europee. Gli NPL potrebbero infatti essere una bomba ad orologeria per l’economia della Cina che rischia di affondare sotto l’ingente ammontare di crediti non performanti detenuti dalle banche cinesi. Secondo l’ultima ricerca di CLSA (casa d’affari indipendente cinese), i non-performing loans detenuti dalle banche del Paese potrebbero essere di gran lunga superiori a quanto indicato dall’istituto di statistica cinese.

Stando alle proiezioni di CLSA, i “crediti cattivi” in pancia della Cina dovrebbero essere tra il 15% ed il 19% del totale dei crediti mentre il governo recentemente aveva annunciato appena un 1,6%. Per ripulire le banche cinesi, se la stima di CLSA dovesse essere corretta, servirebbe $1 trilione, pari al 10% dell’economia cinese.

Cina: NPL pesano per $1 trilione - CLSA

I non-performing loans, o crediti deteriorati o ancora “crediti cattivi”, potrebbero rappresentare un grave problema per l’economia della Cina. In Italia si sta discutendo molto sulla situazione dei NPL detenuti dalle banche e si sta cercando di apporre un rimedio, seppur temporaneo, tramite il GACS, il fondo Atlante ed il decreto del governo che accelera i tempi di riscossione delle garanzie su tali crediti.

L’ammontare detenuto dalle banche cinesi di tali crediti però sarebbe di gran lunga superiore non solo a quello detenuto dal sistema creditizio italiano ma dell’intero comparto europeo.

Stando alle stime di CLSA, casa d’affari e di brokeraggio indipendente cinese, l’ammontare dei crediti deteriorati posseduto dalle banche cinesi sarebbe molto superiore a quanto dichiarato dal governo.

Recentemente l’esecutivo cinese aveva annunciato che i NPL totali rappresentano appena l’1,6% del totale dei crediti in Cina. CLSA invece ritiene che siano intorno al 15%-19% del totale dei crediti: se questa stima fosse vera seriverebbe $1 trilione per ripulire l’intero comparto bancario cinese.

Cina: situazione dei crediti deteriorati potrebbe peggiorare

CLSA ritiene che la situazione dei non-performing loans in Cina potrebbe peggiorare ancora a causa del rallentamento dell’economia e della mancanza di un piano da parte del governo per arginarne la crescita.

La casa d’affari stima un ammontare talmente elevato di NPL che servirebbe il 10% dell’economia cinese per poter ripulire le banche del Paese da tale fardello.

Lo studio di CLSA è in linea con quello del Fondo Monetario Internazionale dello scorso mese, il quale spiegava che l’intero ammontare di crediti deteriorati in Cina è pari al 15,5% del totale di crediti in circolazione per un totale di $1,3 trilioni.

La fetta di prestiti in sofferenza delle banche commerciali erogati in favore delle aziende potrebbe potenzialmente aumentare velocemente e potrebbe richiedere una correzione con urgenza per evitare seri problemi all’economia, spiegava il FMI.

Cina: autorità non hanno un piano per i NPL

Tuttavia, su questa questione sembra che Pechino abbia le mani legate in parte perché il supporto all’economia via misure di stimolo sta giungendo ad uno stop.

Il PIL cinese è cresciuto del 6,7% a/a nel 4° trimestre, la minor crescita registrata dalla crisi finanziaria del 2009. Comunque, i tentativi delle autorità cinesi di evitare un “atterraggio duro” dell’economia hanno dato risultati contrastati.

L’indice PMI manifatturiero cinese è sceso a 50,1 nel mese scorso da 50,2 del mese di marzo, il che potrebbe signficiare che gli stimoli perpetrati dalle autorità cinesi stiano diventando sempre meno efficaci.

Gli analisti di CLSA fanno notare come le misure da mettere in atto dall’esecutivo cinese siano 4 unità di credito per 1 unità di crescita. È per questo che gli esperti della casa d’affari hanno stimato un rapporto debito pubblico/PIL del 300% entro il 2020.

Cina: NPL crescono più rapidamente del previsto

Gli strategist di CLSA fanno poi notare come i recenti timori sui bond delle aziende cinesi siano un primo chiaro esempio di come i NPL stiano crescento molto più rapidamente di quanto ci si aspettasse. Le compagnie cinese che hanno registrato un default sui bond quest’anno sono salite a 22, centrando già il totale visto nel 2015.

Molte di queste aziende sono parastatali, il che suggerisce che Pechino non abbia voglia di salvare società in perdita a tutti i costi. Le stime di CLSA si avvicinano molto a quelle di Hayman Capital Management che recentemente ha shortato lo Yuan cinese in vista dei crescenti segnali di allarme sull’economia cinese.

Gli esperti di Hayman, hedge fund americano, ritengono che le banche cinesi non siano sufficientemente capitalizzate per far fronte all’ammontare di NPL. Kynikos Associates anche ha avvertito che la Cina rischia di vedere crollare la propria economia a causa del continuo finanziamento della stessa tramite capitali presi a prestito.

Fonte: Marketwatch.com

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