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Casa, niente Ape? Multe fino a 18 mila euro per inquilini e proprietari

lunedì 16 dicembre 2013, di Valentina Brazioli

Con l’obbligo di Ape fosche nubi si addensano all’orizzonte di chi è protagonista attivo del mercato immobiliare, e rischia per questo di incappare in sanzioni salatissime. Tuttavia, di per sé, l’attestato di prestazione energetica degli edifici non è una novità, e l’avevamo già incontrato ai tempi del decreto sugli Ecobonus. Ma come funziona l’Ape, e quali sono le novità in merito?

L’Ape e il dl 63/2013

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 63/2013, contenente importanti misure in materia di risparmio energetico, il vecchio Ace (attestato di certificazione energetica) ha lasciato il posto, appunto, all’Ape (attestato di prestazione energetica). Una novità non da poco, e che conduce il nostro Paese al progressivo recepimento della direttiva europea sulle prestazioni energetiche dell’edilizia (31/2010) ma che ha scatenato ben più di un malumore tra gli addetti ai lavori.

Il pasticcio dell’Ape e lo scongiurato rischio di contratto nullo

Malumori più che comprensibili, soprattutto se consideriamo che all’epoca della discussione della norma, il Movimento 5 stelle riuscì a far approvare un emendamento secondo il quale, in mancanza dell’attestato, il contratto (sia che fosse di compravendita, di locazione o di donazione) fosse addirittura da considerare nullo. Un’imposizione tale da rischiare di provocare conseguenze legali dagli aspetti imprevedibili, oltre ad affossare definitivamente il già asfittico mercato immobiliare italiano. Il Governo, fin da subito, si impegnò a modificare la norma, e la risposta definitiva in merito è arrivata proprio pochi giorni fa, anche se un po’ oscurata dall’eco mediatica dell’annunciato decreto sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

Cosa cambia con il Destinazione Italia?

Scongiurato il rischio di nullità dei contratti, comunque, per chi non ha ancora ottemperato all’obbligo di dotarsi di Ape c’è ben poco di cui essere sollevati. Infatti, con il decreto “Destinazione Italia”, emanato venerdì scorso dal Governo, si stabilisce comunque l’obbligo di allegare all’atto di compravendita o di locazione copia dell’attestazione energetica (e relativa dichiarazione informativa da parte dell’acquirente o affittuario), pena una multa che ammonterà da un minimo di 3 mila a un massimo di 18 mila euro. Una sanzione dall’importo non indifferente, quindi, e che dovrà essere corrisposta in parti eguali da acquirente e venditore (o locatore e conduttore, in caso di affitto), ma che verrà dimezzata in caso di contratto di affitto di durata inferiore ai tre anni. Occhio quindi ai controlli della Guardia di Finanza, o al momento della registrazione del contratto, che può finire sotto l’occhio vigile dell’Agenzia delle Entrate.

Una misura destinata a far discutere, quindi, e che sicuramente non agevola la ripresa del mercato immobiliare, già in una drammatica crisi che ha portato, secondo Confartigianato, a una perdita complessiva di ben 400 mila posti di lavoro nel settore dell’edilizia a partire dal 2008.

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