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Cartelle Equitalia, addio alla sospensione. Ipotesi compensazione, che cosa cambia?
sabato 8 febbraio 2014, di
Cartelle Equitalia, non ci sarà nessuna sospensione. La doccia fredda arriva direttamente dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, dove ieri ha avuto luogo una lunga e tormentata discussione sul Decreto Destinazione Italia, che ha portato alla riscrittura dell’emendamento sullo stop alle cartelle esattoriali per le aziende che hanno dei crediti nei confronti dello Stato.
Sospensione delle cartelle Equitalia: un emendamento M5S
Per amor di cronaca, l’emendamento in questione – approvato mercoledì scorso nelle commissioni Finanze e Attività produttive – era targato Movimento 5 Stelle: una paternità passata piuttosto sotto silenzio nelle pagine dei maggiori quotidiani che nei giorni scorsi hanno rilanciato l’importante notizia.
Il no della Ragioneria dello Stato
In ogni caso, la proposta emendativa non è sfuggita all’occhio indagatore della Ragioneria dello Stato, tradizionalmente posta a tutela dei nostri conti pubblici. E il responso è stato un secco no, per via delle necessarie coperture finanziarie di questa norma (e non solo). Il responso, nello specifico, è stato particolarmente
duro: la Ragioneria ha parlato di:
Minori entrate per il 2014 non quantificate e prive di copertura finanziaria.
Proprio per questi motivi la Commissione Bilancio ha dovuto chiedere la riscrittura di alcune misure, prevedendo anche la soppressione della specifica iniziativa che cancellava l’aumento delle accise sulla birra.
Che cosa cambia con la compensazione?
Che cosa resta adesso nelle mani (e nelle tasche) di chi vanta dei crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione? Non molto, a dire il vero: dopo un duro scontro con il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, il Movimento 5 Stelle e il relatore del Nuovo centrodestra Raffaello Vignali hanno fortemente voluto una riformulazione della proposta emendativa tale da prevedere almeno una compensazione - per chi è in credito con lo Stato - da applicare nei confronti del debito maturato con Equitalia. In sintesi: se un’azienda deve avere dallo Stato 100 e deve pagare al Fisco 80, avrà (chissà quando) 20 e chiuderà la partita.
I tempi e i modi della compensazione
La differenza, ovviamente, non è di poco conto: la sospensione delle cartelle sarebbe stata automatica, la compensazione, invece, non lo è. Questa operazione è infatti vincolata a un decreto ministeriale che il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrà emanare, da firmare entro 90 giorni. Purtroppo, i precedenti in materia non sono esattamente incoraggianti, se consideriamo che il Governo ha un arretrato di ben 850 norme applicative ancora da varare. Non solo, la clausola del “rispetto degli equilibri di finanza pubblica”, alla quale il Mef potrà comunque appellarsi in caso di difficoltà, sembra suggerire ai diretti interessati di non farci troppo affidamento.
Insomma, il percorso del Decreto Destinazione Italia si conferma decisamente tutto in salita, e per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare i primi giorni della prossima settimana.