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Birra, in arrivo l’aumento dei prezzi: colpa delle tasse. Al via la campagna di protesta

mercoledì 9 ottobre 2013, di Valentina Brazioli

In un contesto come quello italiano, afflitto da una pressione fiscale tra le più alte in Europa, anche concedersi un sorso di birra a fine giornata rischia di diventare un lusso. La popolarissima bevanda alcolica sembra infatti seguire l’infelice parabola ascendente della benzina. Ormai, su ogni bottiglietta da 66 centilitri, il 37% del prezzo se ne va in tasse, a causa di un 18,8% di accisa più un 18,4% di IVA. Il peggio, però, deve ancora arrivare.

Le proteste di AssoBirra

Alberto Frausin, presidente di AssoBirra, non usa mezze misure:

Già oggi un sorso su 3 va al fisco, e con i nuovi aumenti si arriverebbe a un sorso su due. Senza contare che questi aumenti rischiano di mettere in ginocchio un settore in cui operano oltre 500 aziende che danno lavoro direttamente a 4.700 persone (+4,4% rispetto al 2011), che arrivano a 144.000 se si considera lindotto. E senza contare che, da nostre stime, laumento dellaccisa porterà anche ad un calo ulteriore dei consumi di birra di circa il 5-6% (consumi che sono peraltro già in calo nei primi mesi del 2013).</quote> AssoBirra chiede quindi che non si penalizzi un settore che funziona e che crea ricchezza, intervenendo piuttosto sulla spesa pubblica improduttiva. {{{Primo rincaro: 10 ottobre}}} Il governo però tira dritto e punta proprio sullaumento delle accise (il primo previsto per il 10 di questo mese, un altro dall’inizio del 2014 e l’ultimo programmato per gennaio del 2015) per finanziare il decreto Scuola e il decreto Cultura. Per questo lassociazione dei produttori di birra ha deciso di organizzare una petizione per fermare il rincaro delle accise. {{{Raccolta firme “Salva la tua Birra”}}} “Salva la tua Birra” è lo slogan della campagna, che prevede una raccolta firme tramite il sito www.salvalatuabirra.it, nella speranza di persuadere il governo a non infierire con l’ennesima tassa sui consumi. Conclude Frausin: <quote>Aumentare le accise significherebbe colpire uno degli ultimi piaceri - la serata in pizzeria e laccoppiata birra e pizza - che è rimasto a tante famiglie. Per questo chiediamo agli italiani di sottoscrivere la nostra petizione, per "difendere" quel sorso di birra in più che fa la differenza.

Su un litro di grappa 10 euro di tasse

Problema analogo per la grappa, eccellente e inconfondibile distillato esclusivamente italiano.

Laumento delle accise? Un ottimo sistema per distruggere lindustria della distillazione e far scomparire grappe, amari e altri prodotti della tradizione italiana dalle nostre tavole.

Antonio Emaldi, presidente di Assodistil, lassociazione degli industriali distillatori, commenta così gli effetti dellaumento delle accise sullalcool, che scatterà a partire dal prossimo 10 ottobre. Stando ai calcoli sul primo impatto dellincremento fiscale, infatti, su un litro di grappa o di qualsiasi altro distillato della tradizione italiana, si pagheranno almeno 10 euro di accise, cui si aggiungerà lIVA, appena innalzata al 22%. Ricorda Emaldi: <quote> Abbiamo affrontato il difficile momento delleconomia con determinazione, ma la sequela di aumenti fiscali ci metterà definitivamente in ginocchio. Dovremo scaricare i rincari sui consumatori, ma questo significherà provocare l`ennesima contrazione delle vendite. Così finiremo per danneggiare le nostre aziende.

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