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Borse Asia: tonfo della Cina, a dicembre meno crediti alle imprese. Rally di Wall Street
venerdì 15 gennaio 2016, di
Nuovo forte calo per la Borsa cinese dopo gli ultimi giorni di stabilità. I dati sull’erogazione del credito di Dicembre da parte delle banche cinesi hanno registrato una forte contrazione rispetto al mese di Novembre, alimentando nuovamente le preoccupazioni degli investitori sull’effettivo stato di salute dell’economia cinese.
I dati cinesi hanno riportato una pressione ribassista sui prezzi del petrolio: il Brent è in calo del -1,77% mentre il WTI è in rosso del -2,61%. Il resto dei listini asiatici hanno chiuso contrastati. Rally ieri invece per Wall Street, gli indici americani hanno beneficiato del rimbalzo del greggio e dei buoni dati trimestrali di JP Morgan.
Cina: erogazione del credito in contrazione
Le Borse cinesi ritracciano i gain conseguiti in questi ultimi giorni, chiudendo sui minimi di 3 anni e mezzo. Prima dell’apertura del mercato asiatico sono stati pubblicati i dati relativi ai nuovi prestiti rilasciati dalle banche cinesi a Dicembre.
In totale, le banche del Paese asiatico hanno concesso un totale di 597,8 miliardi di Yuan ($90,6 miliardi), risultando sensibilimente meno dei 708,9 miliardi di Yuan rilasciati a Novembre.
Questi nuovi dati hanno ridato linfa ai timori degli investitori che in questi giorni sembravano essersi calmati dopo la burrasca di inizio Gennaio.
Per gli analisti di IG, gli ultimi dati macro e sul credito cinese hanno sottolineato un accrescimento delle difficoltà per le piccole e medie imprese cinesi ad ad accedere ai capitali.
Secondo gli esperti, il crollo nella medio-piccola impresa del Paese e il conseguente abbassamento dei valori del PMI manifatturiero cinese sembra essere un problema legato proprio a questa difficoltà di accesso al credito.
Questi dati problematici hanno ridato una spinta negativa sui prezzi del petrolio dopo che questi erano riusciti a trovare un rimbalzo negli ultimi giorni. Gli indici cinesi hanno chiuso in notevole ribasso: lo Shanghai composite ha finito la sessione in rosso del -3,5% (minimi 2014), mentre lo Shenzhen composite ha perso il -3,4%.
Per cercare di offrire un minimo di stabilità alle Borse cinesi, la PBoC ha deciso di porre il cambio medio dello Yuan a 6,5637, livello leggermente superiore a quello di ieri. Il cambio Dollaro-Yuan ha scambiato in leggero calo del -0,04%.
Asia: indici contrastati. Il Nikkei questa settimana ha perso il 3,1%
I rinnovati timori sullo stato di salute dell’economia cinesi hanno portato nuova negatività sui mercati asiatici. Il Nikkei ha chiuso in calo dello 0,5%, erodendo i guadagni conseguiti ad inizio seduta e chiudendo la settimana con una perdita totale del -3,1%.
L’indice azionario asiatico più grande al di fuori del Giappone, l’MSCI, ha perso lo 0,7% chiudendo sui minimi di Giugno 2012 e chiudendo la settimana in perdita del 3,2%.
Contrastati gli altri listini asiatici. L’indice azionario di Hong Kong, l’Hang Seng, è in negativo del -1,53%. In discesa anche il Kospi coreano che sta perdendo il -1,11%. In rialzo risultano essere solo l’indice di Taiwan (+0,25%) e quello indonesiano IDX (+0,3%).
L’indice australiano ASX200 ha perso il 0,34% nella seduta odierna.
Wall Street: petrolio e dati JPM guidano il rally. Intel giù: fatturato in rallentamento
Rally invece per Wall Street. Nella seduta di scambi di ieri gli indici americani hanno chiuso in rialzo con il Dow Jones in progresso del +1,41%, lo S&P500 del +1,67% ed il Nasdaq del +1,97% riuscendo in parte a recuperare le forti perdite accumulate Mercoledì.
Gli indici americani sono stati trainati dal rimbalzo del petrolio e dai buoni dati trimestrali di JPMorgan. I profitti di Intel hanno battuto le attese ma il rallentamento del fatturato ha fatto in modo di adombrare la buona performance degli utili.
BHP Billiton, uno dei leader mondiali nella produzione di materie prime, potrebbe invece tagliare, per la prima volta in 25 anni, i dividendi.