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Banca Carige: sì al nuovo piano, ci sarà il ritorno all’utile?

giovedì 14 settembre 2017, di Lorenzo Baldassarre

Il cda di Banca Carige ha approvato il piano industriale di tre anni illustrato dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino in una riunione che ha visto anche le dimissioni di Guido Bastianini, ex amministratore delegato e rimasto come consigliere, dopo la sfiducia proposta dall’azionista di maggioranza Vittorio Malacalza, che detiene il 17,6%.

Cosa prevede il piano industriale di Banca Carige

Punto forte del nuovo piano industriale è il contenimento dei costi. Ci saranno nuovi esuberi, anche se, assicura l’ad Fiorentino, non saranno scelte soluzioni drammatiche, nel rispetto assoluto delle persone.
Si parla in totale di circa 1100 esuberi entro il 2020, un numero maggiore rispetto ai 755 previsti dal precedente piano industriale.
Si proseguirà, poi, con la cessione dei crediti deteriorati attraverso il Gacs, con una tranche da 1,2 miliardi di euro.

Nella prossima assemblea, programmata per il 28 settembre, il cda varerà un aumento di capitale di 560 milioni di euro, al quale il secondo azionista di maggioranza Gabriele Volpi ha già assicurato il suo sostegno col suo 6%, nonostante le piccole frizioni all’interno del cda, dopo che il suo rappresentante, Guido Bastianini, è stato accompagnato alla porta. Frizioni poi rientrate grazie alla sostituzione di Bastianini con un altro rappresentante di Volpi.

L’obiettivo è portare Banca Carige a diventare una banca di riferimento per famiglie, concentrandosi sullo small business e soprattutto per le PMI (piccole medie imprese).

Il piano è davvero ambizioso perché si conta di tornare in utile già a partire dal 2018. L’ultimo utile si registrò nel 2012, quando furono distribuiti dividendi pari a 7 centesimi ad azione. Dall’anno successivo in poi solo perdite e la banca fu salvata solo grazie ad aumenti di capitale e grazie alla cessioni assicurative. L’ultimo bilancio, riferito al secondo trimestre del 2017 ha registrato una perdita netta di 113 milioni di euro, mentre il primo semestre dell’anno in corso ha stimato la perdita a 154,9 milioni.

Il titolo vola e punta alla resistenza

I mercati plaudono al nuovo piano industriale, infatti oggi il titolo di Banca Carige ha aperto a Piazza Affari con oltre il 3%, facendo tornare il titolo ai livelli dello scorso luglio. Se dovesse superare e terminare la giornata oltre il valore di 0,2540€, dato proprio del 31 luglio, potrebbe volare e puntare direttamente alla nuova resistenza posizionata a 0,2657€. Un non superamento della prima resistenza potrebbe invece provocare un rimbalzo sulla stessa, l’invito alla cautela è quindi necessario.

Il titolo, che nel 2012 valeva 18€ ad azione, non ha mai smesso di scendere sul lungo termine, pesantemente risentito dalle perdite nel bilancio della banca, è difficile oggi prevedere un ritorno agli antichi fasti, addirittura nel 2006 toccava il valore di 47€ ad azione, ma risulterebbe improbabile una nuova discesa qualora questo nuovo piano industriale funzionasse come da progetto.

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