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Banca Carige, Fiorentino nuovo ad: il punto della situazione su richieste BCE

giovedì 22 giugno 2017, di Maurizia Esposito

Banca Carige ha nominato Paolo Fiorentino nuovo amministratore delegato e direttore generale dell’istituto ma resta nel mirino della Banca Centrale Europea (BCE), in quanto scade domani l’ultimatum per la presentazione di un piano definitivo sull’aumento di capitale e sulla cessione dei non performing loan (Npl), vale a dire dei crediti deteriorati.

Risolto il nodo della governance le richieste della BCE ancora in attesa di risposta riguardano due fronti strettamente legati: il fabbisogno di capitale e la gestione dei crediti deteriorati.

L’approvazione della bozza della risposta è stata approvata dal consiglio di amministrazione ma non fornirà informazioni definitive alla BCE.
Al riguardo in un comunicato diffuso ieri sera, Banca Carige fa sapere che intende chiedere alla BCE un rinvio per quanto concerne la valutazione del fabbisogno di capitale allo scopo di fornire delle stime più puntuali e precise.
Non è previsto alcuno slittamento rispetto alla scadenza di domani per i chiarimenti sulla governance e sull’esecuzione del piano di riduzione degli Npl.

Banca Carige: aumento di capitale e incertezze su Npl

La BCE ha fissato al 23 giugno il termine ultimo entro il quale Banca Carige dovrà presentare il piano finanziario definitivo incentrato sulla strategia di riduzione dei crediti deteriorati e sul conseguente fabbisogno di capitale.
A tal fine, nella riunione del Cda che si è tenuta ieri, 21 giugno, è stata approvata la bozza del piano per fornire delle iniziali risposte ai chiarimenti chiesti dalla BCE su questi fronti.

Tuttavia, in una nota diffusa da Banca Carige si legge che entro il termine del 23 giugno, la BCE riceverà solo i chiarimenti sulla governance e sull’esecuzione del piano di riduzione degli Npl mentre “per quanto concerne la valutazione del fabbisogno di capitale, verrà richiesto un differimento temporale con il fine di fornire stime puntuali e ponderate”.
Questo perché fino a quando non verrà stabilita nel dettaglio la partita dei crediti deteriorati, non si potrà avere una risposta chiara sul reale fabbisogno di capitale.

Stando ad alcune indiscrezioni di stampa Banca Carige starebbe pensando di aumentare l’importo del fabbisogno di capitale. L’aumento di capitale potrebbe quasi essere raddoppiato a quota 800 milioni rispetto alle richieste della BCE che sarebbero in area 600 milioni, ma c’è anche chi ipotizza un aumento di un miliardo di euro.
Si tratterebbe di “un’azione in contropiede”, secondo quanto affermato in un articolo de il Sole24Ore in cui si legge che “sul tavolo ci sarebbe anche l’ipotesi dello schema Unicredit”.
Questo schema si riferisce in particolare al progetto Fino, acronimo di failure is not an option, attraverso il quale Unicredit ha provveduto allo scorporo di crediti deteriorati per un valore di 17,7 miliardi con gli accordi siglati con i gestori dei fondi USA Fortress e Pimco.
Con questa operazione, precisa il Sole24Ore, la banca avrebbe la “possibilità di agire più radicalmente sui crediti e beneficiare dei recuperi di valore”.

La questione più difficoltosa per Banca Carige riguarda proprio la valorizzazione dei crediti deteriorati, da cui dipende l’entità dell’aumento di capitale inizialmente previsto a 450 milioni di euro.
In base a quanto riportato nel citato articolo de il Sole24Ore, l’obiettivo di Banca carige è quello di riuscire a valorizzare gli Npl meglio di Unicredit.
Gli Npl di Carige ammontano a 3,4 miliardi di euro di cui 950 milioni devono essere alienati attraverso le garanzie di stato (Gacs) e la restante parte dovrà essere ceduta attraverso la costituzione di società veicolo.
In particolare la cessione di 950 milioni di euro di crediti deteriorati attraverso Gacs sulla tranche senior ha l’obiettivo di ottenere una valutazione pari almeno al 30% del valore lordo.

Banca Carige: nominato il nuovo ad

Come anticipato, tra le richieste della BCE figura anche la questione della governance di Banca Carige. Le richieste della BCE sono state avanzate proprio durante la conference call che ha preceduto il consiglio di amministrazione durante il quale è stata deliberata la sfiducia all’ex ad Guido Bastianini.

Al fine di giungere alla nomina del nuovo ad nei tempi richiesti, Banca Carige ha subito avviato l’iter per la risoluzione del rapporto di lavoro con Guido Bastianini nominando pro tempore Gabriele Delmonte quale nuovo direttore generale.
Le deleghe di Cfo e general counsel, revocate ad Arturo Betunio, sono invece passate pro tempore a due dirigenti interni, Gianluca Caniato e a Edoardo Vinelli.

Banca Carige, visti i tempi ristretti per fornire risposte alla BCE, nella riunione del Cda che si è tenuta ieri, 21 giugno, ha nominato Paolo Fiorentino quale nuovo amministratore delegato e direttore generale dell’istituto.
In un comunicato stampa della stessa Carige si legge che Paolo Fiorentino vanta una pluriennale esperienza nella “ristrutturazione di aziende bancarie italiane ed estere” ed è per questo più che “idoneo a ricoprire tale posizione apicale”.
Insieme a Fiorentino, sono stati nominati altri tre nuovi consiglieri: Francesca Balzani, Stefano Lunardi e Ilaria Queirolo.

Le decisioni prese dal Cda di ieri hanno comunque incontrato il favore di alcuni broker. Mediobanca è soddisfatta della velocità nei tempi di nomina del nuovo ad mentre per Banca Akros la scelta è adeguata al contesto in quanto “Fiorentino ha lavorato molti anni come top manager di Unicredit ed è altamente esperto nella gestione dei costi operativi e delle strutture IT. La richiesta di una proroga alla BCE dovrebbe consentirgli di quantificare meglio l’aumento di capitale”.

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