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BCE: quanto è difficile svalutare l’euro! Gli investitori vogliono il QE

lunedì 9 giugno 2014, di Nicola D’Antuono

Nel corso dell’ultimo meeting della BCE gli investitori hanno continuato a vendere euro sui mercati valutari, sulla falsariga di quanto accaduto nelle settimane immediatamente precedenti. Il trend discendente è proseguito anche quando Mario Draghi ha annunciato il nuovo pacchetto di stimolo per fronteggiare il rischio di bassa inflazione prolungata nel tempo, ma a un certo punto la caduta della moneta unica si è arrestata bruscamente creando tra l’altro i presupposti per una trappola ad hoc per gli shortisti. La sensazione è che gli investitori abbiano shortato l’euro, indebolendolo anche più del 3% sul dollaro in circa tre settimane, sulle aspettative di imponenti misure di stimolo monetario della BCE ritirando poi le scommesse ribassiste quando hanno visto Draghi annunciare misure a favore del credito senza introdurre un vero e proprio piano di quantitative easing.

Tra l’altro alcune misure espansive, come l’acquisto dei titoli cartolarizzati (Abs), non saranno implementate a stretto giro di boa, mentre le due aste di Tltro da 400 miliardi di euro a favore delle banche saranno introdotte tra settembre e dicembre prossimo ma comunque mirate unicamente al credito verso famiglie e imprese. Insomma per gli investitori non sono arrivati soldi freschi da riversare sui mercati. Il trend favorevole di borse e bond è andato avanti, ma sui mercati valutari l’euro sembra possa invertire nuovamente al rialzo dopo una temporanea fase di vendite. Non bisogna così escludere un rimbalzo tecnico significativo, anche fino a 1,38 sul dollaro americano, a meno che la BCE non si convinca che per svalutare l’euro sia necessario solo ed esclusivamente un piano di quantitative easing in stile FED o BoJ.

Tuttavia si tratta di una soluzione difficilmente percorribile nel breve periodo, visto che Mario Draghi si aspetta un graduale ritorno del tasso di inflazione verso il target del 2% semplicemente adottando il pacchetto di stimolo annunciato giovedì scorso. E poi ci sono i “falchi” dell’Eurotower, tedeschi in primis, che non vedono di buon occhio né un euro troppo debole né una politica monetaria ultra-espansiva prolungata nel tempo costruita sui tassi a zero. Al momento gli sforzi fatti dall’Eurotower non sembrano quindi essere sufficienti per spingere la moneta unica costantemente al ribasso, dopo circa due anni di rialzi incontrastati. Ecco perché indebolire l’euro per la BCE non sarà certo un gioco da ragazzi.

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