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BCE: Draghi annuncia un piano congiunto per i finanziamenti alle PMI

mercoledì 28 maggio 2014, di Simone Casavecchia

Grande attesa per Venerdì 30 Maggio quando, secondo le recenti dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sarà diffuso un documento congiunto elaborato da BCE e Banca d’Inghilterra, sui problemi dell’eurozona, relativamente al credit crunch di famiglie e, soprattutto piccole imprese, e sugli strumenti che verranno scelti nel prossimo futuro, per dare respiro al mercato dei titoli garantiti da attività (ABS), al fine di favorire il credito alle piccole e medie imprese.

Più nello specifico la banca centrale europea e quella del Regno Unito intendono rivedere la normativa relativa agli Abs, cercando di arrivare a una standardizzazione dei criteri. Dalle dichiarazioni rilasciate da Draghi la strategia sembrerebbe quella ormai consolidata, dell’acquisto di prestiti cartolarizzati dalle banche, di cui però dovrebbe essere rivisitata la regolamentazione e il funzionamento.

Gli obiettivi di questa azione, documentata nel paper congiunto che sarà presentato venerdì sono molteplici. In prima battuta è stata chiaramente dichiarata la necessità di ridare ossigeno alle piccole e medie imprese europee, un comparto importantissimo dell’Eurozona, perché ne impiega l’80% degli occupati e, pertanto, non può essere ancora assoggettato alla stretta creditizia che, da troppo tempo, ne blocca la ripresa.

In secondo luogo la preoccupazione di Draghi è relativa all’inflazione. Il presidente della BCE intende, infatti, riportare questo parametro a un livello vicino, seppur al di sotto del 2%. Non sono solo le critiche ricevute dalla BCE per un’inflazione allo 0,7% a preoccupare Draghi, quanto piuttosto, i pericoli di un periodo prolungato di bassa inflazione che potrebbe costituire l’anticamera della recessione stessa. Riguardo invece, l’obiettivo dei prezzi, Draghi si è detto contrario a un ulteriore aumento.

Ridare fiato alle piccole e medie imprese, favorendone i prestiti e i finanziamenti, potrebbe essere una valida misura per far ripartire le assunzioni e, quindi, smuovere l’inflazione, facendola risalire, agendo sui consumi. Proprio in tal senso, sembra andare a parare un’altra delle considerazioni svolte da Draghi che ha toccato anche il tema del lavoro: l’elevata disoccupazione giovanile di molti paesi dell’Eurozona, non è stata causata solo dal credit crunch del settore imprenditoriale ma anche da politiche del lavoro che, introducendo una grande flessibilità, hanno fatto sì che i giovani stessi fossero le prime vittime dei licenziamenti quando è sopraggiunta la crisi. A ciò devono essere aggiunte anche delle carenze strutturali nei sistemi educativi di alcuni paesi UE che vanno a posizionarsi agli ultimi posti della classifica Ocse.

A margine dei risultati delle elezioni europee Draghi ha notato come, la compagine crescente di antieuropeisti, imponga l’elaborazione e l’applicazione di politiche economiche differenti, non solo a livello europeo ma anche a livello locale, al fine di realizzare un progetto europeo che porti più crescita, lavoro e benessere.

Resta da capire se, alla prova dei fatti, l’acquisto di titoli cartolarizzati, una strategia tutt’altro che nuova nelle azioni della BCE, riuscirà davvero a far affluire il credito nelle tasche delle pmi e se, un parlamento privo di potere legislativo, come quello europeo, potrà davvero giocare un ruolo di un qualche peso specifico, nell’elaborazione di nuove e più efficaci politiche economiche e sociali.

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