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Aumento IVA, effetto retroattivo sulle bollette
lunedì 7 ottobre 2013, di
Gli effetti negativi legati al recentissimo aumento dell’IVA sembrano non avere mai fine: l’ultimo allarme è quello lanciato dal Codacons, secondo cui un’ulteriore stangata sta per abbattesi sulle tasche delle famiglie italiane.
L’aumento dell’aliquota entrato in vigore lo scorso primo ottobre avrà infatti per alcune bollette domestiche effetti retroattivi,
afferma l’associazione dei consumatori.
Questo significa che gli utenti dovranno pagare bollette più salate per consumi riferiti al periodo in cui l’IVA era ancora al 21%.
La normativa in merito
Il dpr 633 del 1972 stabilisce infatti che, indipendentemente dal periodo di riferimento dei consumi, l’aliquota IVA da applicare è quella relativa al momento in cui viene emessa la fattura.
Spiega a questo proposito il Codacons:
Ciò comporta che sulle prossime bollette di luce, gas, e telefonia riferite a consumi antecedenti la nuova aliquota, si applicherà comunque il 22%.
"Si tratta di un esborso aggiuntivo di decine di milioni di euro da parte delle famiglie, che si aggiungono agli effetti diretti sui prezzi al dettaglio, aumentati per effetto dell’IVA “, sostiene il presidente dell’associazione Carlo Rienzi.
Problemi per acquisti precedenti all’aumento IVA
Secondo l’associazione dei consumatori, problemi si registrano anche per chi ha acquistato mobili, elettrodomestici o automobili prima del 1 ottobre, versando magari un anticipo, e si vedrà consegnata la merce in una data successiva. Costoro rischiano di pagare somme aggiuntive anche di centinaia di euro, in relazione alla maggiore IVA al 22%. Il Codacons annuncia quindi di essersi messo a disposizione dei consumatori che intendano denunciare arrotondamenti selvaggi dei prezzi o irregolarità nell’applicazione dell’aliquota, anche se, spiega l’associazione
Dal mondo del commercio e della grande distribuzione sono giunte risposte confortanti al nostro appello, con cui abbiamo chiesto di non aumentare i prezzi per evitare ulteriori riduzioni dei consumi.
L’allarme di Unioncamere e Confcommercio
Notizie che incupiscono ulteriormente un quadro già di per sé a tinte fosche: secondo Unioncamere, infatti, l’aumento dell’aliquota al 22% comporterà nel solo Veneto una contrazione dei consumi di 61 milioni di euro nell’ultimo trimestre 2013 e di 251 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 40 milioni di euro. Brutte notizie anche sul versante dell’occupazione: secondo la Confcommercio, nella sola provincia di Cagliari, sono circa cinquecento i posti di lavoro che andranno persi a causa dell’aumento dell’IVA.
’’L’aumento è operativo da pochi giorni ma stiamo già registrando le grida di dolore di commercianti e consumatori", ha commentato Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio Cagliari.
Secondo la Confcommercio, infatti, i primi aumenti dell’IVA saranno in massima parte assorbiti dai commercianti che, in generale, non aumenteranno i prezzi finali. Ma bisogna considerare che tutti i costi aziendali subiranno una serie di rincari che difficilmente potranno essere assorbiti a lungo dall’esercente. Ciò significherà un taglio dei costi, e l’occupazione non sarà esente da possibili riduzioni di orario o, peggio, di unità lavorative.
Gli aumenti
Il nuovo regime fiscale riguarda il 70% dei prodotti e, secondo una stima su base nazionale, costa 207 euro annui a famiglia. Sono consistenti i rincari attesi nel settore dell’abbigliamento (+81 euro), nell’acquisto di scarpe (+25 euro) e bevande alcoliche, vino compreso, e gassate (+12 euro).