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Assunzioni a tempo indeterminato in crollo. Il Jobs act fa acqua da tutte le parti

sabato 25 febbraio 2017, di Maurizio Contini

Se il Jobs Act fosse un film sarebbe una pellicola drammatica, di quelle che verso la fine, quando ormai hai pianto tutte le tue lacrime, arriva il colpo di scena. Il finale a sorpresa è però peggio di quello che ci si sarebbe aspettati e in questo caso, la nostra brutta sorpresa, sono i dati dell’Inps.

Finiti gli stimoli e gli incentivi si è chiusa anche la questione delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato. Non conviene più assumere personale nel momento in cui non vi sono sgravi fiscali o incentivi per questo.
Così il mercato del lavoro italiano per il 2016 registra un vero e proprio crollo delle assunzioni stabili.

Si è infatti registrato un -91% rispetto all’anno precedente, momento in cui invece vi erano gli sgravi e gli incentivi consistenti. Il mercato torna quindi a ristagnare e ancora una volta la riforma non ha prodotto i frutti sperati.
Diamo uno sguardo ai dati che sono stati diffusi dall’Inps e vediamo cosa ha comportato il crollo.

Dati Inps, lavoro Italia: un disastro preannunciato

I dati sul lavoro per il 2016 in Italia non fanno presagire un periodo florido per il mercato del lavoro del belpaese. Crolla infatti l’assunzione a tempo indeterminato e soprattutto si vede chiaramente come le politiche impostate per tale settore siano del tutto errate.
In Italia infatti si pensa spesso che con una riforma si possa far ripartire il paese e portare dei risultati duraturi, ma per il momento ciò non è ancora accaduto.

Quello che invece avviene con ogni riforma del mercato del lavoro è che vengono pompati i risultati nel primo periodo, grazie ad incentivi e sgravi, per poi ricadere nella situazione precedente.
Proprio ciò è avvenuto anche per il Jobs Act, che ha portato ad un nuovo problema di assunzioni per il nostro paese.

I dati Inps rilevano così un crollo delle assunzioni stabili e mostrano come la disoccupazione rimanga “bassa” solo grazie ai contratti a tempo determinato che continuano ad essere stipulati.
Verso la fine del 2016 si è registrato un buon dato, con un +340mila contratti stipulati nel settore privato.

Un numero di gran lunga inferiore rispetto a quello che era stato registrato nel 2015, quando il saldo ammontava ad un +627.569. Un dato quindi quello del 2016 non eccezionale, ma che continua a tenere in piedi il mercato.
Buone notizie invece per quel che riguarda i licenziamenti, che calano del 3,1%.

Dando uno sguardo alla tipologia di licenziamento, si nota che a crescere sono quelli per giusta causa, che arrivano a 74mila contro i 59mila dell’anno precedente. Per l’Inps però il dato è da ricollegare alla nuova modalità online di redigere le eventuali dimissioni e non all’abrogazione dell’articolo 18.

In calo invece i voucher, che registrano un dato uguale a quello dell’anno prima, senza però aumentare in modo esponenziale com’era avvenuto l’anno precedente.
A bloccare la corsa sembra che siano state le nuove normative introdotte e l’obbligo di comunicare gli orari di inizio e fine attività.

Poletti si dichiara soddisfatto dei risultati raggiunti e afferma come la frenata fosse prevedibile, dato il calo degli incentivi. Sostiene inoltre che si deve fare attenzione e vedere che, da quando è entrato in vigore il Jobs Act, in Italia sono stati creati 1 milione di nuovi posti di lavoro.
Per il ministro quindi la situazione è buona e il Jobs Act sta funzionando nel modo previsto.

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