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Accordo Italia - Svizzera: muore il segreto bancario. Quali sono le conseguenze per gli evasori fiscali?

martedì 24 febbraio 2015, di Vittoria Patanè

Un annuncio che in molti aspettavano da tempo quello arrivato ieri pomeriggio. Italia e Svizzera hanno raggiunto un accordo storico che regola i rapprti fiscali tra i due Paesi e pone fine a quel segreto bancario che per anni ha rappresentato una tutela dietro la quale nascondersi per migliaia di evasori fiscali.

Il segreto bancario non esiste più. Da oggi comincia una nuova era basa sull’accordo per lo scambio di informazioni fiscali tra Italia e Svizzera. A firmarlo, il ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan e il Capo del dipartimento delle Finanze elvetiche.

Soddisfazione per l’intesa raggiunta è stata espressa non solo dai vertici governativi italiani e svizzeri, ma anche dall’OCSE e dall’Unione Europea che da tempo spingevano affinché si arrivasse ad una soluzione condivisa.

A questo punto manca solo la ratifica dei due Parlamenti, poi il segreto bancario, sancito dalla Convenzione del marzo 1976, andrà definitivamente in soffitta.

Un duro colpo per gli evasori fiscali italiani che da quasi quarant’anni portano i loro soldi all’estero per aggirare il Fisco. Riciclare ed evadere sarà da oggi molto più difficile.

Accordo Italia Svizzera: l’iter
Come affermato in precedenza l’accordo dovrà essere ratificato da entrambi i Parlamenti di Italia e Svizzera.

Poi si dovrà attendere il 2018, anno in cui entrerà in vigore lo scambio automatico di informazioni fiscali tra i due Paesi.

Quali saranno le conseguenze? Conti correnti, conti di deposito, conti di custodia e conti di assicurazione verranno comunicati al Fisco.

Accordo Italia - Svizzera: conseguenze per gli evasori fiscali
Evadere o eludere il Fisco portando i propri soldi all’estero diventerà molto più difficile con l’entrata in vigore dell’accordo.
Nel momento in cui il protocollo verrà varato, l’Agenzia delle Entrate avrà il potere di chiedere alla Svizzera le informazioni inerenti ai conti in essere a partire dal 23 febbraio 2015, giorno della firma dell’accordo.

Nessuno potrà dunque sfuggire agli occhi del Fisco che avrà la possibilità di controllare con maggiore efficacia le operazioni eseguite dai contribuenti italiani, evasori in primis.

L’unico modo per evitare pesanti, pesantissime sanzioni (civili e penali) sarà quello di riportare i propri capitali in Italia, approfittando della nuova normativa sulla voluntary disclosure.

La legge sul rientro dei capitali infatti, consente agli evasori di regolarizzare la propria posizione col fisco (per quanto riguarda il denaro detenuto all’estero), fino al settembre 2015 e riguarda le violazioni compiute entro il 30 settembre 2014.

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