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Verbali BCE: tra dollaro, inflazione e forward guidance, cosa è emerso dalle minute?

giovedì 22 febbraio 2018, di C. G.

I verbali BCE hanno alzato il velo sulle preoccupazioni del Board in merito all’andamento, o meglio alla debolezza del dollaro americano.

Le minute hanno fatto riferimento ancora una volta ai commenti di Steven Mnuchin che, parlando con ottimismo del deprezzamento del biglietto verde, ha provocato evidenti oscillazioni sul mercato dei cambi.

Anche l’inflazione è salita sul tavolo delle discussioni della Banca Centrale europea e ha successivamente lasciato il passo ai dubbi in merito al tono utilizzato dalle comunicazioni dell’istituto di Mario Draghi. Nonostante le tematiche discusse, i verbali BCE non hanno avuto un impatto così dirompente sull’euro dollaro, perlomeno non paragonabile a quello evidenziato dopo il rilascio delle minute Fed di ieri.

Il mercato valutario spaventa la BCE

L’ampiezza delle preoccupazioni sul dollaro statunitense è stata oggi rivelata dagli attesi verbali della BCE. Stando a quanto emerso dalle minute, i funzionari sarebbero preoccupati dalla debolezza del biglietto verde e dai timori che l’amministrazione statunitense stia deliberatamente tentando di dar vita a guerre valutarie.

Come già accennato, la BCE ha a lungo riflettuto sulle dichiarazioni di Steven Mnuchin, il segretario al Tesoro di Trump che soltanto qualche settimana fa ha definito la debolezza del dollaro statunitense come un elemento positivo per l’economia.

Troppo presto per cambiare il tono

Gli odierni verbali della BCE hanno anche fatto riferimento ad un altro aspetto attentamente monitorato dagli investitori e dagli osservatori di mercato: le modalità di comunicazione utilizzate dalla banca centrale di Mario Draghi. Per i policymarker di Francoforte è ancora troppo presto per modificare la forward guidance attuale e per segnalare di conseguenza la normalizzazione della politica monetaria.

Il tutto nonostante le minute abbiano evidenziato il miglioramento delle stime sull’inflazione e quelle sul raggiungimento del target al 2%.

Per dirla in altre parole: le dinamiche dei prezzi miglioreranno e si muoveranno verso il target ma ad oggi l’inflazione è ancora troppo lontana per poter permettere alla BCE di cambiare forward guidance. Non è escluso, comunque, che discussioni sull’argomento potrebbero irrompere nella prima parte dell’anno.

“Sebbene vi siano motivi per essere sempre più fiduciosi sull’outlook dell’inflazione, la pazienza e la persistenza riguardo alla politica monetaria sono ancora necessarie”.

Poco mosso il cambio euro dollaro subito dopo la pubblicazione delle minute. Con il passare dei minuti, però, la moneta unica ha risentito del contenuto dei verbali BCE e, dato il tono estremamente cauto con cui i funzionari hanno comunicato di voler procedere, è tornata a perdere quota. Al momento della scrittura il cambio sta viaggiando con una flessione dello 0,06% su quota 1,2276.

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