Unicredit ha lanciato obbligazioni subordinate Tier 2 con scadenza 2029 (Isin XS1953271225). Boom di domande e rendimento 4,875%
Boom di domande per le nuove obbligazioni subordinate Unicredit. La primaria banca di Piazza Cordusio ha appena concluso il collocamento di un prestito obbligazionario subordinato di tipo Tier2 accogliendo domande per oltre 2 miliardi di euro.
La nuova obbligazione subordinata Unicredit ha una durata 10 anni, paga una cedola del 4,875% per i primi 5 anni e ha un prezzo di emissione pari a 100%, equivalente ad uno spread di 473,9 punti base sopra il tasso swap a 5 anni. Qualora l’emittente decidesse di non esercitare l’opzione call, la cedola per il successivo periodo fino a scadenza verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap a 5 anni alla fine del quinto anno, aumentato dello spread iniziale.
Dato il forte interesse del mercato e il considerevole volume degli ordini raccolti - precisa una nota di Unicredit - durante il processo di book building, il livello inizialmente comunicato al mercato di circa 5,125% ha registrato un miglioramento di 25 punti base e con un premio di emissione implicito molto
contenuto. L’emissione è stata riservata a investitori istituzionali e qualificati e il taglio minimo negoziabile è di 200.000 euro nominali. La quotazione avverrà sulla borsa del Lussemburgo (Isin XS1953271225), ma non è escluso che possa approdare presto anche ai mercati regolamentati italiani. Il rating di Unicredit è Ba1 per Moody’s, BBB per S&P e BBB per fitch.
Obbligazioni subordinate Unciredit
Lo scorso novembre Unicredit aveva emesso un bond subordinato di tipo Tier 3 del valore di 3 miliardi di dollari, facente parte del piano strategico del gruppo, che entro fine 2019 deve collocare 6 miliardi di euro di obbligazioni. La prima tranche da 1,5 miliardi di euro è del gennaio 2018, segue il bond da 3 miliardi di dollari (che stacca una cedola del 7,83%), seguito un mese fa da due titoli senior non preferred a tre anni, anche quelli in dollari (3 miliardi in tutto) collocati sul mercato Usa. L’operazione di novembre è stata fatta, a differenza delle altre, con un singolo investitore, che indiscrezioni di mercato reputano sia Pimco, parte del gruppo tedesco Allianz.
A gennaio il processo di book building ha generato una domanda per 8 miliardi di dollari, che rappresenta uno dei riscontri più elevati (per una singola transazione) mai registrati sul mercato dei bond cosidetti yankee negli ultimi tre anni, con una distribuzione geografica molto capillare in grado raccogliere ordini da oltre 200 investitori globali: il 65% dagli Stati Uniti, il 18 % dal Regno Unito, il 3% dal Medio Oriente e il 14% dal resto dell’Europa.
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