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Tony Blair tuona: posticipare la Brexit o sarà disastro
giovedì 28 giugno 2018, di
Il Regno Unito dovrebbe posticipare la Brexit ed estendere i negoziati con l’Unione Europea, o affrontare il disastro di lasciare il blocco senza un accordo.
A pensarla così è l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair, che in un appassionato appello per un cambio di rotta avverte che abbandonare l’UE senza un accordo si rivelerà devastante per il Regno Unito e si dice estremamente preoccupato per il futuro del Paese.
Secondo Blair, Theresa May sta traghettando la Gran Bretagna fino al giorno del “leave” senza individuare un reale obiettivo, e lo sta facendo perché - sostiene l’ex primo ministro - è troppo debole, più un ostaggio che un leader.
Da alcuni estratti del discorso che farà al think tank di Chatham - rilasciati in anticipo dal suo ufficio - si evince come l’ex leader del partito laburista è pronto a chiarire senza giri di parole il suo punto di vista molto negativo sulla situazione attuale:
“Non possiamo andare avanti così. Dovremmo pianificare adesso la possibilità di posticipare la scadenza del marzo 2019.”
Due anni dopo lo storico referendum, l’intervento del politico britannico approfondirà le divisioni all’interno del governo May sulla gestione della Brexit in un momento critico per il Paese, che si prepara a ultimare le sue proposte di negoziati. Nel suo discorso, farà anche pressione alla principale forza d’opposizione, quel partito laburista di cui era alla guida, accusandolo di non essere riuscito a salvare il Paese dalla rovina.
I negoziati con l’UE vanno a rilento e preoccupano Tony Blair
Blair crede che debba essere il Parlamento a farsi valere, perché né il governo né l’opposizione possono o vogliono farlo:
“Per questo sono le persone a dover prendere la decisione finale, perché solo loro hanno il diritto di decidere quale versione della Brexit vogliono o se, alla luce di tutto ciò che sanno ora, preferiscono rimanere nell’UE”.
Theresa May prenderà parte a un summit dei leader europei oggi e lì le sue controparti saranno pronte a rimproverarla per i lenti progressi dei negoziati. Il Regno Unito dovrebbe abbandonare l’UE il 29 marzo 2019, ma i colloqui sono ancora bloccati sui termini dell’accordo di uscita e non sono stati avviati seri dibattiti sul tipo di intesa commerciale che le due parti avranno in futuro.
La leader del partito conservatore sta provando a ottenere consensi all’interno della sua amministrazione sul tipo di dogana e modello commerciale da proporre all’Unione. Ha promesso che maggiori dettagli saranno contenuti in un approfondimento di 150 pagine in arrivo il mese prossimo, ma deve prima ottenere il sostegno dei suoi ministri più esperti.
Nel suo discorso, Blair esprime anche il timore che l’aumento del populismo in Occidente rappresenti una vera minaccia per la democrazia, sollevando lo spettro di un ritorno alle politiche fasciste che l’Europa ha vissuto negli anni ’30:
“La deriva populista che sta sconvolgendo la politica occidentale non accenna a fermarsi. È difficile dire se vada verso un ridimensionamento o se sia ancora in piena fase d’avvio, ma temo sia più probabile la seconda ipotesi”.