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Scuole antisismiche in Italia: l’elenco degli edifici sicuri

giovedì 15 giugno 2017, di Simone Micocci

La mia scuola è sicura?” Se se un insegnante o un alunno e almeno una volta ti sei posto questa domanda, allora ti consigliamo di continuare a leggere perché di seguito avrai la risposta alla tua domanda.

Nel rapporto annuale Censis, infatti, è stato pubblicato report sulla panoramica generale in cui versano gli edifici scolastici in Italia, con particolare riferimento alle scuole che rispettano le normative antisismiche vigenti.

I dati del rapporto sono stati elaborati da L’Espresso, il quale ha stilato un elenco di tutte le scuole italiane contrassegnando con il colore azzurro quelle che sono in regola, mentre nel caso contrario con l’arancione.

Prima di vedere quali sono le scuole sicure e quali no, analizziamo nel dettaglio i dati indicati nell’ultimo rapporto Censis sullo stato in cui si trovano le strutture scolastiche italiane.

La metà delle scuole italiane non sono a norma

Il rapporto non porta con sé buone notizie: infatti, nonostante gli avvenimenti dell’ultimo anno, ci sarebbero ben 2.700 scuole italiane che nonostante si trovino in una zona contrassegnata come ad “alto rischio terremoti” non si sono adeguate alle recenti norme antisismiche.

Siamo ancora lontani quindi dal risolvere l’annoso problema dell’edilizia scolastica, nonostante negli ultimi anni il MIUR abbia stanziato diverse risorse.

A quanto pare però le risorse sono state mal gestite, altrimenti non si spiega il motivo per cui più della metà degli edifici scolastici ha gli impianti elettrici o idraulici non funzionanti. Oppure perché più di 9.000 scuole hanno l’intonaco a pezzi, mentre altre 7.200 avrebbero bisogno di un rifacimento del tetto.

Molti edifici scolastici in cui ogni giorno migliaia di bambini si recano per imparare i fondamentali dell’istruzione non sono sicuri.

Una delle cause è data dall’anno di costruzione della struttura: solo un quarto degli edifici scolastici, infatti, è stato costruito dopo gli anni ‘80, mentre il 44% risale al periodo compreso tra il ‘45 e il ‘60 e il 15% addirittura a prima della seconda Guerra Mondiale.

Il problema comunque non sussisterebbe qualora in questi anni i vari Governi che si sono succeduti avessero messo su un piano funzionale per la riqualifica degli edifici scolastici, cosa che invece non è stata fatta. Vista la situazione in cui si trovano le scuole italiane oggi, quindi, ci chiediamo come sono state utilizzate tutte le risorse stanziate in questi anni.

La messa a sicurezza delle scuole italiane è una priorità che il Governo non può ignorare. Come rilevato dal rapporto Censis sono 3.600 gli edifici che necessitano di un intervento urgente alle strutture portanti (cosa succederebbe in caso di terremoto?), mentre più di 342 mila alunni sono esposti al rischio amianto.

Il 37% delle strutture ha bisogno di un lavoro di manutenzione straordinaria, per non parlare di quelle che si trovano in un territorio ad alto rischio terremoto e non sono stati adeguati in base alle nuove norme antisismiche.

Potete giudicare da voi se la vostra scuola rispetta o meno le normative antisismiche consultando l’elenco stilato da L’Espresso, accessibile cliccando qui.

Le scuole in Italia non sono sicure? La reazione del MIUR

Il MIUR ha specificato che l’elenco fatto da L’Espresso non è aggiornato con i nuovi adeguamenti.

Si tratterebbe quindi di un elenco “vecchio” che tra l’altro non fa riferimento all’unico dato utile per stabilire se un edificio è al sicuro dal pericolo terremoto: la vulnerabilità sismica.

In questi giorni il MIUR sta lavorando assiduamente sia per aggiornare l’Anagrafe dell’edilizia aggiungendo questo dato, sia per sistemare gli edifici che hanno bisogno di un intervento. Il MIUR inoltre ci tiene a far sapere che dal 2014 ad oggi più di 660 scuole sono state adeguate alle nuove normative, per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro.

A questi si aggiungerà un ulteriore miliardo sbloccato poche settimane fa, più altri 100mila euro stanziati con la manovrina per effettuare le indagini di vulnerabilità sismica nelle zone a rischio.

Una risposta che sa di propaganda politica; la speranza è che non si tratti solo di promesse, perché i nostri figli, così come gli insegnanti e tutto il personale scolastico, hanno diritto ad una scuola sicura.

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