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Autoregolamentazione dei popoli e Referendum Catalogna: una svolta per l’Europa?
martedì 3 ottobre 2017, di
“Domenica del 1 ottobre 2017” sarà una data analizzata dagli storici e politologi, nonché come penso anche dagli economisti, i quali dovranno fare stime e anche proiezioni a vari livelli e configurare i possibili scenari.
Abbiamo visto le immagini dei seggi presidiati dai cittadini catalani e sono cittadini dell’Unione europea, e in particolare di notte, ma anche le schede elettorali che c’erano e non c’erano e poi le tristi scene della polizia che ha agito in nome della democrazia provocando quasi 900 feriti con alcuni a quanto pare gravi.
Da incubo, assicuro, lo scrutinio che non finiva mai.
Le schede conteggiate sono state 2,262 milioni e rappresentano circa il 42,2% dei 5,3 milioni di aventi diritto. Ma secondo Jordi Turull, portavoce del governo catalano, 400 stazioni elettorali sono state chiuse e quindi il 7,8% non ha votato ed erano circa 770mila cittadini catalani.
Questi seggi sono stati chiusi dalla polizia e si ritiene che la maggior parte delle persone contrarie all’indipendenza non abbiano votato. Il presidente catalano Carles Puigdemont si è pronunciato per una “mediazione internazionale” con Madrid sulla crisi della Catalogna ed ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta sulle violenze di ieri contro la popolazione civile.
Il Governo avvierà inoltre azioni legali “fino alle ultime conseguenze” contro i responsabili anche politici dell’intervento della polizia spagnola che ha fatto 893 feriti.
Il bilancio di questo referendum sembra quello di una battaglia solo che le armi dei catalani erano le schede elettorali con le relative urne. Il silenzio di Bruxelles è stato assordante e non ci sono scuse. Con calma dopo la proclamazione dei risultati il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha dichiarato:
Per la Costituzione spagnola, quel voto non è legale. Per la Commissione europea si tratta di una questione interna alla Spagna, che deve essere affrontata nel quadro dell’ordine costituzionale spagnolo e in linea con i diritti umani fondamentali. Questi sono tempi per l’unità e non per la divisione. Chiediamo ad entrambe le parti di muoversi velocemente da una situazione di conflitto al dialogo. La violenza non è lo strumento in politica per risolvere le questioni. Confidiamo in Mariano Rajoy per la gestione della situazione nel rispetto dei diritti umani previsti dalla Costituzioni.
Le prospettive come si nota sono quelle di stare a guardare più o meno e Bruxelles certo non si agita continuando ad essere silente con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter che con un Twitter ha dichiarato:
Ho appena parlato con Mariano Rajoy. Condividendo le sue tesi costituzionali, ho rivolto un appello affinché si trovino modi per evitare un’ulteriore escalation e l’uso della forza.
Chi ne ha più ne metta ma non ci sono proposte e probabilmente l’Unione europea non ne farà.
Ci si chiede: L’indipendenza è uguale alla autoregolamentazione dei popoli?
Come è noto l’indipendenza è una scelta che un popolo fa delegando i suoi rappresentanti spesso istituzionali mentre l’autoregolamentazione dei popoli è un insieme di processi culturali, economici e istituzionali che determinano una uscita da uno Stato. Ciò - nelle fasi di storia moderna-contemporanea - avviene con un referendum.
Bloccare questi processi è impossibile e prenderne atto può limitare i danni e attivare nuovi processi democratici. Ovviamente è facile a dirsi ma non a tradurre il tutto in comportamenti istituzionali e fare scelte politiche conseguenti per la Catalogna.
È difficile al momento pensare a scenari equilibrati e quindi deve decollare anche in ognuno di noi e a tutti i livelli politici e istituzionali interessati la “ricerca” e non solo politica ed economica ma anche a livello di interpretazione culturale.
Nuova economia per la Catalogna?
Penso di si. I mercati europei della finanza non possono far finta di niente perché al di là delle scelte che si faranno la Catalogna non è più una regione della Spagna ma uno stato indipendente.
Certo per un periodo speriamo non lungo dovrà fare scelte di economia pubblica comunque in condizioni di incertezza per la situazione che si è creata.
Importante che si comprenda se i processi di scambio dei futuri prodotti finanziari della Catalogna saranno osteggiati oppure saranno valutati per quelli che saranno.
Il problema davvero importante è che si deve capitalizzare che è avvenuta una svolta in Europa e non prenderne atto può essere dannoso non solo per l’euro ma anche per quei processi economici-finanziari del mercato unico della UE che in parallelo si appoggiano anche ad altri valori scambio.
La Catalogna, infatti, oltre ad essere un polo turistico d’eccellenza mondiale è anche - con il porto di Barcellona - uno scalo merci importante dell’Europa.