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Quanto è costato l’attacco di Trump alla Siria?
mercoledì 18 aprile 2018, di
Oltre a quello relativo alle vite umane, ci sono anche altri costi nella guerra in Siria. Se è quasi impossibile calcolare quanti soldi siano stati spesi dalle varie milizie che da anni si combattono nel martoriato paese mediorientale, possiamo però fare due conti in tasca su quanto è costato l’attacco occidentale di metà aprile.
Una cifra in qualche modo monstre vista la brevità di un’azione, durata per fortuna soltanto qualche ora, che potrebbe essere paragonata a una manovra economica di un piccolo paese. Vediamo allora quanto sono costati i missili lanciati da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, verso obiettivi militari in Siria.
Missili sulla Siria
Tanto tuonò che alla fine piovve. Dopo giorni di minacce anche via social, segno del cambiamento dei tempi anche per quanto riguarda le azioni belliche, nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 aprile gli Stati Uniti, assieme a Francia e Regno Unito, hanno dato vita a un attacco mirato in Siria.
In totale sono stati 105 i missili da crociera Tomahawk a essere stati lanciati, colpendo tre precisi obiettivi militari: un centro di ricerca a Damasco, un deposito di gas sarin e un centro di controllo entrambi nelle vicinanze della città di Homs.
Rispetto alla simile azione del 2017, portata avanti nell’occasione soltanto da Donald Trump, i missili sono quasi raddoppiati visto che un anno fa ne furono lanciati 59 che però si concentrarono su un solo obiettivo, ovvero una base militare siriana.
L’attacco di metà aprile non ha comunque causato vittime, con l’operazione che secondo la Casa Bianca è perfettamente riuscita. Una sorta di nuovo avvertimento ad Assad, quindi anche a Putin, sul fatto che l’Occidente non è disposto a tollerare l’utilizzo (ancora presunto) di armi chimiche.
Oltre che scuotere i rapporti politici internazionali, questa sorta di messaggio recapitato da Trump ai suoi avversari ha avuto anche un costo economico elevato, mentre le aziende militari hanno visto volare i propri profitti negli ultimi tempi.
Quanto è costato l’attacco?
I missili cruise, da noi meglio noti come da crociera, sono dei vettori capaci di essere teleguidati grazie alle loro ali e di colpire un obiettivo anche a lungo raggio con una grande accuratezza.
Nel recente attacco sono stati utilizzati dei missili cruise Tomahawk, che hanno un costo singolo fino allo scorso anno di 1,4 milioni di dollari. Ipotizzando quindi che non ci sia stato un grosso scostamento nel prezzo, in totale visti i 105 missili lanciati sono stati spesi 147 milioni di dollari.
Se poi ci consideriamo anche tutti i costi relativi alla realizzazione dell’operazione, tra spese logistiche e di personale militare, allora la somma potrebbe anche raddoppiare. Per questo breve raid quindi ci potrebbero essere voluti almeno 300 milioni di dollari.
In generale l’aumento delle tensioni internazionali hanno provocato una corsa da parte di tutte le nazioni alle armi. Le spese militari di ciascuno stato sono in costante aumento, per la felicità delle aziende specializzate nella produzione di materiale bellico.
Lampante è l’esempio della Raytheon Company, un’importante azienda americana operante nel settore della difesa che produce i missili cruise Tomahawk che sono stati utilizzati nel recente attacco in Siria.
Come si può vedere, le azioni della Raytheon sono passate dai poco più di 50 dollari del 2013 agli attuali 227 dollari, il 288% in più. Soltanto nel 2017 la crescita è stata del 49%, con l’avvento alla Casa Bianca di Trump che senza dubbio ha dato una bella mano all’azienda.
Anche se ha suscitato come giusto che sia un notevole clamore, il recente attacco ha avuto una durata e una portata molto limitata. I costi però sono ugualmente consistenti, per la gioia delle compagnie operanti nel campo bellico che al momento non sembrerebbero conoscere crisi.