Le tre proposte del PD: povertà, famiglia e lavoro. Assist per un governo con i 5 Stelle?

Che sia il Partito Democratico a cercare di fare la prima mossa per rompere questa impasse politica? Mentre Mattarella sembrerebbe intenzionato a conferire un mandato esplorativo alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, ci prova Maurizio Martina a smuovere le acque.

Con un post sulla propria pagina Facebook, l’attuale reggente del PD lancia tre proposte definite concrete per il paese: allargare il Reddito di Inclusione, un assegno universale per le famiglie con figli e l’introduzione del salario minimo garantito.

Le tre proposte del Partito Democratico

Dopo settimane dove i vertici del Partito Democratico non hanno fatto altro che confermare, seguendo la linea indicata dall’ex segretario Matteo Renzi, un netto rifiuto a ogni trattativa con il Movimento 5 Stelle, adesso potrebbe essere arrivata una clamorosa apertura.

L’attuale reggente dem Maurizio Mattina ha quindi spiazzato un po’ tutti pubblicando, sulla propria pagina Facebook, tre proposte del suo partito per il paese che in fin dei conti vanno a ricalcare le posizioni del Movimento 5 Stelle.

• POVERTÀ Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa
• FAMIGLIE Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi
• LAVORO Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi

Il Reddito di Cittadinanza sarebbe quindi in qualche modo assorbito da un potenziamento del REI, con anche il sostegno alle famiglie e dei ceti medi che andrebbe a riprendere le proposte presenti nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle.

Stesso discorso poi per il salario minimo legale, proposto anche dai pentastellati, così come il taglio al costo del lavoro da sempre indicato come uno dei provvedimenti più urgenti da approvare per cercare di abbattere la disoccupazione.

In sostanza, mancherebbe soltanto un chiaro riferimento a una dura lotta agli sprechi per poter far sembrare queste tre proposte frutto di un post non di Martina, ma bensì di Luigi Di Maio o di qualche altro esponente pentastellato.

Assist ai 5 Stelle?

Il post di Maurizio Martina può essere letto in diversi modi. Dopo intere settimane passate a rifiutare ogni mano tesa da parte del Movimento 5 Stelle, adesso la linea del Partito Democratico potrebbe essere mutata.

Guai però a pensare a un esplicito assist ai pentastellati per dar vita a un esecutivo congiunto. Difficile che Renzi possa acconsentire a questa che sarebbe una svolta clamorosa: anche se non è più il segretario, a tirare le fila del partito è sempre l’ex premier.

Più probabile è invece che i dem stiamo pensando a un governo istituzionale, che possa nascere dall’intesa trasversale di più forze politiche e che abbia come base un programma snello ma condiviso.

Niente governo presieduto da Di Maio con l’appoggio del PD quindi, ma bensì una figura terza a Palazzo Chigi per realizzare alcuni punti programmatici come quelli avanzati dal reggente Martina.

Vedremo dunque se questa mossa dei dem andrà a stuzzicare il Movimento 5 Stelle. Quello che appare sicuro è la volontà palesata da Mattarella nel dare al più presto un governo al paese. Se i partiti non si accorderanno, sarà allora lui a decidere.