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Tutti i pronostici sbagliati da Juncker: l’Italia adesso può ben sperare

venerdì 23 febbraio 2018, di Simone Micocci

Continuano a far discutere le parole pronunciate dal presidente della Commissione Europea - Jean Claude Juncker - nella giornata di ieri in merito al risultato delle elezioni politiche in Italia.

Secondo Juncker l’Europa deve prepararsi allo “scenario peggiore” ossia ad un’Italia con un “Governo non operativo” e ad una “forte reazione dei mercati”. Parole che hanno scatenato le reazioni dei principali leader politici italiani, con Gentiloni che ha assicurato Juncker sul futuro politico del nostro Paese.

Il problema è che la “forte reazione dei mercati” da lui pronosticata c’è stata subito dopo, proprio per effetto delle sue parole: in pochi minuti il differenziale di rendimento tra i Btp e i Bund tedeschi è aumentato fino a toccare i 138 punti (risultato peggiore del 2018), mentre Piazza Affari ha segnato un rosso del -1,3% poi in parte recuperato (-0,8%) prima della chiusura.

I mercati - come ovvio che fosse - hanno reagito negativamente alle parole del Presidente della Commissione Europea, ritenendo affidabile al suo pronostico.

Il problema è che Juncker non nutre di ottima reputazione come pronosticatore; in passato, infatti, il Presidente della Commissione UE ha fatto diverse previsioni, nessuna delle quali si è poi concretizzata.

Ecco una raccolta - effettuata da Il Fatto Quotidiano - di tutte le previsioni sbagliate da Juncker; una raccolta che fa ben sperare per il futuro politico dell’Italia.

Il Referendum in Italia

Alla vigilia del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, Juncker si schierò - seppur implicitamente - in favore della vittoria del Sì. Secondo il Presidente della Commissione Europea, infatti, la riforma costituzionale voluta da Renzi era fondamentale per “definire l’architettura istituzionale dell’Italia”, un passo importante per avviare quel processo di riforme tanto necessario al nostro Paese.

Per questo motivo Juncker disse di non volere una vittoria del No; il 59% degli italiani, però, la pensò diversamente.

Accordo commerciale tra Olanda e Ucraina

Qualche mese prima del referendum costituzionale italiano, ci fu una consultazione referendaria anche in Olanda; nell’aprile del 2016, infatti, venne chiesto ai cittadini olandesi un parere su un eventuale accordo europeo di libero commercio con l’Ucraina.

Il risultato del referendum non era vincolante, ma comunque in caso di esito negativo ne sarebbe scaturito un dibattito in tutta Europa. È per questo che Juncker si schierò apertamente in favore del Sì, aggiungendo:

L’Olanda, nazione con una grande tradizione commerciale, non può dire no ad un accordo di cooperazione.

Anche in questo caso lo scenario per lui “impensabile” si è poi concretizzato: più del 61% degli olandesi votò No al referendum, mettendo fine ad una “tradizione commerciale lunga molti anni”.

La Brexit

Facendo un altro passo indietro non possiamo dimenticare le parole di Juncker in merito alla possibilità dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

Era il febbraio del 2016 quando Juncker, dopo aver incontrato l’allora Primo Ministro David Cameron, dichiarò che il “saggio popolo britannico” avrebbe detto sì all’accordo proposto dalla Commissione europea rinunciando all’eventualità della Brexit.

Passarono i giorni, però, e l’eventualità della Brexit si fece sempre più concreta con Juncker che non perdeva occasione per appellarsi ai britannici: “L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarebbe una catastrofe”, o anche “Abbiamo affrontato molte crisi non abbiamo bisogno di altre”.

Fino a quando, a poche ore del voto, si lasciò andare alle seguenti dichiarazioni che resteranno una macchia indelebile nella sua deludente carriera come “pronosticatore”:

I britannici devono farsi guidare dal pragmatismo, una delle virtù del loro Paese. Per questo spero che l’uscita del Regno Unito non sia il risultato del referendum.

Il 52% dei britannici - in barba al pragmatismo - scelse la Brexit, lo “scenario peggiore” per Juncker.

Dopo 2 anni Juncker ci riprova pronosticando un Governo non operativo in Italia; effettivamente la possibilità che con le elezioni del 4 marzo del 2018 non ci sia una forza politica con una maggioranza parlamentare tale da permettergli di governare il Paese è concreta, tuttavia dopo le parole del Presidente della Commissione Europea cominciamo ad essere più speranzosi in merito al futuro politico del nostro Paese.

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