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Petrolio da record: con Trump si torna sui massimi di 3 anni

giovedì 12 aprile 2018, di C. G.

Il prezzo del petrolio torna a far parlare di sé e a guadagnarsi, per la prima volta dopo un lungo periodo d’ombra, le prime pagine dei quotidiani internazionali.

Grazie alle ultime mosse di Donald Trump, la quotazione del Brent ha ripreso la sua corsa ed è riuscita a riportarsi sui massimi di tre anni, ben oltre quota $72. Il Wti è invece schizzato oltre i 67 dollari al barile.

A determinare il rally del prezzo del petrolio ci hanno pensato ancora una volta gli Stati Uniti d’America. In questo caso, però, le oscillazioni delle quotazioni non sono state causate dalle periodiche rilevazioni sull’andamento delle scorte e della produzione, ma dalle ultime dichiarazioni di Donald Trump su Siria e Russia.

Trump, la Russia e la Siria: quale impatto sul prezzo del petrolio?

Il presidente degli Stati Uniti d’America si è detto pronto a rispondere a quel presunto attacco avvenuto con armi chimiche in Siria ed ha così provocato l’immediata reazione della Russia di Putin.

Una serie di tweet, quelli di Trump, che hanno avuto ripercussioni evidenti sul prezzo del petrolio. "I missili arriveranno, la Russia si prepari", ha tuonato l’inquilino della Casa Bianca sul cinguettante social.

Pressoché immediata la reazione di Mosca (oltre che quella del prezzo del petrolio). L’ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasypkin, non ha utilizzato mezzi termini ed ha spiegato come il Paese sia attualmente pronto ad abbattere tutti i missili e a distruggere le fonti di lancio degli stessi.

Si ricordi, tra l’altro, come la stessa Russia abbia bloccato l’indagine dell’ONU sul citato attacco chimico avvenuto nel sobborgo di Damasco Douma. Più tiepida, comunque, la reazione della Siria che ha definito le minacce di Donald Trump “avventate e spericolate”.

Per settimane intere il mercato ha guardato con apprensione all’ipotesi di una guerra commerciale sempre più vicina. Ora, invece, il focus pare essersi spostato dalla Cina all’asse Russia-Siria. Le tensioni geopolitiche stanno prendendo il posto di quelle commerciali (mai sopite del tutto nonostante i passi indietro di Pechino) e il mercato sta nuovamente risentendo delle mosse statunitensi.

Al momento della scrittura il prezzo del petrolio Brent sta scambiando con un rialzo dello 0,18% su quota 72,18 dollari al barile. Più accentuato l’avanzamento del texano (+0,36%) che sta viaggiando invece sui $67,06.

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