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Pre-incarico a Di Maio o mandato esplorativo a Fico? Le due strade per i 5 Stelle

giovedì 19 aprile 2018, di Alessandro Cipolla

Al termine dell’incontro con la Presidente Casellati è stato più che chiaro Luigi Di Maio: al momento non ci sono i presupposti per un governo Centrodestra-5 Stelle. Visto che Salvini non intende (per ora) mollare Berlusconi, questo forno può essere considerato definitivamente chiuso.

Come si muoverà adesso il Colle? La palla ora passerà nelle mani del Movimento 5 Stelle con due opzioni sul tavolo per vedere se ci sono i presupposti per un accordo con il PD: un pre-incarico a Luigi Di Maio oppure un mandato esplorativo a Roberto Fico.

Tocca ai 5 Stelle

Quello della Presidente del Senato Elisabetta Casellati può essere definito un flop annunciato. Scarse erano infatti le possibilità di uno strappo della Lega dal resto della coalizione, così come minime erano le chance per un appoggio dei grillini a un governo retto proprio dalla forzista.

Sergio Mattarella però, quando venerdì la Casellati salirà al Quirinale per fare il resoconto in merito ai suoi colloqui, vorrà sentirselo dire in maniera ufficiale: non ci sono le condizioni per un governo che veda insieme Centrodestra (prima coalizione) e Movimento 5 Stelle (primo partito).

Preso atto di questa difficoltà, il Colle non potrà che volgere lo sguardo sulla seconda opzione di governo possibile: Movimento 5 Stelle assieme al Partito Democratico e volendo anche Liberi e Uguali. I numeri ci sarebbero tutti se i dem dovessero rimanere uniti.

Visto che un governo istituzionale non sembrerebbe entusiasmare Salvini e Di Maio e il ritorno alle urne non piace quasi a nessuno, Mattarella in testa con solo la Lega che sarebbe favorevole, un governo giallo-rosso è l’unica strada percorribile rimasta.

Se in prima battuta il Quirinale ha affidato il compito di sondare il terreno a una esponente del Centrodestra, nel caso dovesse esserci una replica l’incarico verrebbe dato di certo a un grillino. C’è da capire però a chi e con quale modalità.

Di Maio o Fico?

Anche se la Casellati ancora deve terminare il suo compito, già tutte le attenzioni sono proiettate a quello che potrebbe essere la prossima mossa del Presidente Mattarella. Con il PD che sembrerebbe non essere più sull’Aventino, un’intesa con il Movimento 5 Stelle potrebbe essere possibile.

L’ultima parola in casa dem però spetterà a Matteo Renzi: l’ex segretario è sempre più pressato dai tanti che all’interno del partito sarebbero favorevoli a un accordo, tanto da poter dare il via libera a iniziare una trattativa di governo.

Se dovesse arrivare un’apertura ecco che il Colle andrebbe a convocare questa volta un esponente del Movimento 5 Stelle. Anche in questo caso, le opzioni possibili sembrerebbero essere ancora due.

La prima andrebbe a ricalcare il primo tentativo fatto con la Casellati, con Sergio Mattarella che potrebbe dare un ben preciso mandato esplorativo a Roberto Fico allo scopo di vedere se ci sono possibilità di accordo tra i 5 Stelle e il Centrosinistra.

Una scelta del genere potrebbe far piacere ai dem: il Presidente della Camera infatti è da sempre un interlocutore apprezzato visto che rappresenta quella che viene considerata l’ala più a sinistra del Movimento.

Fico quindi diventerebbe lui stesso il favorito per Palazzo Chigi in caso di una fumata bianca. A quel punto Di Maio non potrebbe opporsi alla nascita di un governo che comunque vedrebbe un pentastellato di spicco al comando.

La seconda strada porta a un pre-incarico proprio a Luigi Di Maio. In questo caso, il capo politico del Movimento andrebbe a trattare per un governo con lui come premier. Un’ipotesi questa che sarebbe più gradita ai vertici 5 Stelle ma meno al PD.

Ecco perché la scelta di Mattarella sarà in qualche modo decisiva per capire come potranno evolvere queste nuove trattative. Visto che non rimangono altre opzioni, questa volta il Quirinale potrebbe essere più pressante tornando a fare leva sul senso di responsabilità.

Se veramente il PD si dovesse rendere disponibile a trattare, allora potrebbe arrivare l’accelerata decisiva anche se poi ci si dovrà accordare, un po’ come accaduto in Germania, sull’eventuale programma di governo.

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