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Argentina: il peso perde quota nonostante l’FMI. Tutto inutile?

lunedì 11 giugno 2018, di Marco Ciotola

Il peso argentino non sembra ancora pronto a recuperare il terreno perduto.

Gli sforzi della della banca centrale per arginare la caduta della valuta si sono affievoliti dopo il prestito di 50 miliardi di dollari concesso dall’FMI giovedì scorso, e disponibile al Paese a partire dal 20 giugno prossimo.

Nonostante tutto, il peso argentino è crollato ancora a 25,4 per dollaro, in calo persino rispetto ai minimi registrati lo scorso venerdì, quando aveva toccato quota 25,31. Da inizio dell’anno la valuta si è deprezzata di quasi il 22% nei confronti del biglietto verde.

Tuttavia, il declino segna la fine di tre settimane di provvedimenti della banca centrale sui mercati valutari volti ad arginare la volatilità delle valute. Dal 14 maggio, la banca si è offerta di vendere 5 miliardi delle sue riserve a 25 pesos per dollaro. Quell’offerta, mai concretizzatasi, ha mantenuto il peso argentino stabile durante i colloqui con il FMI.

Argentina: salvagente record dall’FMI ma il futuro spaventa ancora

L’FMI ha approvato giovedì un prestito da 50 miliardi di dollari (35 miliardi di euro), il più grande salvagente mai concesso dal Fondo fino ad oggi. In cambio, l’Argentina ha accettato di tagliare più rapidamente la sua spesa pubblica, di dare alla banca centrale maggiore indipendenza e di ridurre l’inflazione.

Mauricio Macri, presidente dell’Argentina, aveva chiesto l’intervento del Fondo a seguito di una brusca cessione del peso a maggio, causata dalla continua volatilità globale e dalla preoccupazione per la bassa credibilità della banca centrale, molto poco indipendente secondo molti.

Mentre il peso si è ulteriormente indebolito venerdì scorso, le obbligazioni e i titoli del Paese quotati in borsa hanno guadagnato all’apertura del mercato, guidati dalla banca Grupo Supervielle, che è schizzata dell’8,4%.

In generale, gli analisti hanno espresso un’opinione positiva sull’accordo, osservando che l’Argentina e l’FMI hanno raggiunto l’intesa in appena un mese.

Secondo Claudio Loser, ex membro dell’FMI, essa è stata un successo per diversi motivi: il governo e il Fondo hanno agito con velocità, l’Argentina ha ricevuto una cifra elevata e l’adeguamento è prudente anche se meno graduale di prima.

Tuttavia, altri sottolineano che l’Argentina sarà sfidata l’anno prossimo a raggiungere l’obiettivo di spesa pubblica mentre il presidente Mauricio Macri probabilmente correrà per le nuove elezioni.
Edward Glossop, economista presso la società di ricerca Capital Economics, ha dichiarato che il piano fiscale è ambizioso ma sarà comunque “difficile da attuare”.

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