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Motivazioni Consulta sentenza Italicum, Di Battista: “Subito al voto”
venerdì 10 febbraio 2017, di
Motivazioni sentenza Consulta sull’Italicum: Di Battista ora vuole andare al voto subito.
Come sono state rese note le motivazioni che hanno spinto la Consulta a bocciare alcune parti dell’Italicum e ad accettarne buona parte di esse, l’esponente di spicco del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista torna a tuonare per andare subito al voto.
Leggendo le motivazioni della Consulta relative alla sentenza sull’Italicum, per Di Battista non c’è dubbio che le linee guida tracciate dai giudici della Corte Costituzionale siano favorevoli ad uno scioglimento anticipato delle Camere e al voto già a giugno.
Il problema è che al momento ci sono due legge elettorali in vigore, una per la Camera e una per Senato, per cui come si legge sempre dalle motivazioni della Consulta bisogna omogeneizzare il sistema di voto.
Per superare questo scoglio comunque Di Battista ribadisce che la soluzione c’è ed è anche molto semplice, con tutto il Movimento 5 Stelle che torna a chiedere che l’Italicum venga esteso anche al Senato con qualche accorgimento.
Motivazioni Consulta: per Di Battista subito al voto
La pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Consulta sull’Italicum ha rafforzato le convinzioni del Movimento 5 Stelle che andare subito al voto si può. Una idea mai abbandonata e rilanciata a gran voce adesso anche da Di Battista.
La Consulta chiede una legge elettorale omogenea alla Camera e al Senato? Noi lo abbiamo sempre detto. Chi ha fatto due leggi elettorali incostituzionali non dovrebbe più toccare il testo. Quindi noi vogliamo prendere la legge elettorale uscita dalla Consulta e applicarla al Senato per andare a votare prima possibile.
Di Battista ribadisce quindi quasi un dovere morale di chi ha fatto due leggi elettorali dichiarate poi incostituzionali a non deciderne anche una terza. Il Movimento 5 Stelle è pronto ad estendere l’Italicum anche al Senato, togliendo però i capilista bloccati.
L’Italicum uscito fuori dalla sentenza della Consulta, prevede un sostanzioso premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40%, 100 capilista bloccati in egual numero dei collegi, due preferenze di genere e una soglia di sbarramento del 3%.
Questa è la legge attualmente in vigore alla Camera che Di Battista vorrebbe applicare anche al Senato, togliendo però i 100 capilista bloccati. Una approvazione che potrebbe richiedere anche tempi molto brevi, con la possibilità quindi anche di votare subito a giugno.
Motivazioni Consulta: gli ostacoli per Di Battista
Dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Consulta, Di Battista è tornato a chiedere l’estensione dell’Italicum anche al Senato e l’immediato ricorso alle urne. Peccato che al momento quella del Movimento 5 Stelle sia rimasta l’unica voce a riguardo.
Matteo Renzi sembrava essere il più grande sponsor di un voto anticipato a giugno, ma adesso l’ex premier sembrerebbe essere più convinto ad affrontare prima i problemi interni al PD, dimettendosi da segretario e affrontando subito il Congresso del partito.
Anche sul fronte riguardante Lega e Fratelli d’Italia tutto sembra tacere. Il patto tra Renzi, Salvini e Grillo per fare subito una legge elettorale e poi votare a giugno sembrerebbe quindi essere definitivamente tramontato.
Al momento solo il Movimento 5 Stelle sembrerebbe essere interessato ad andare al voto a giugno, magari in un grande election day accorpato alle elezioni Amministrative in programma come proposto da alcuni degli irriducibili renziani propensi alle urne.
La realtà dei fatti però spingerebbe a suggerire a Di Battista e a tutto il Movimento 5 Stelle di iniziare a realizzare che si voterà nel 2018, alla scadenza naturale di questa legislatura. Probabilmente questa soluzione sarebbe quella migliore anche per i grillini.
Dopo aver sfondato abbondantemente il muro del 30% nei sondaggi di qualche mese fa, la vicenda Raggi a Roma ha fatto perdere diversi punti percentuale al Movimento, che attualmente nei sondaggi viene dato attorno al 26%.
Meglio quindi far passare la tempesta romana, serrare le fila e magari strappare qualche altra città alle Amministrative di quest’anno, per poi provare l’assalto alla guida del paese nel 2018. Ma anche qui molte delle chance dei grillini dipenderanno dalla legge elettorale che verrà adottata.