Home > Altro > Archivio > Migranti, sbarchi più che dimezzati in Italia ma ora è l’Onu a protestare

Migranti, sbarchi più che dimezzati in Italia ma ora è l’Onu a protestare

venerdì 18 agosto 2017, di Alessandro Cipolla

Il fenomeno dell’immigrazione sembrerebbe rallentare in maniera netta, almeno per quanto riguarda le nostre coste. Questo è il dato chiaro che emerge paragonando il numero degli arrivi di quest’estate con quelli dello scorso anno.

Si sono più che dimezzati gli sbarchi di immigrati in Italia da quando il ministro dell’Interno Marco Minniti ha deciso di intraprendere la linea del pugno duro, anche se nonostante i tanti miliardi spesi dall’Europa il problema è ancora lontano dall’essere risolto.

La sensazione infatti è che i trafficanti di vite umane stiano soltanto cambiando modalità e rotte delle loro attraversate del Mediterraneo, come si evince anche dall’aumento degli sbarchi in Spagna negli ultimi giorni.

Questo mutamento della situazione però non sembrerebbe piacere all’Onu, che per bocca di alcuni suoi esperti critica l’Italia e l’Europa per il codice di condotta delle navi delle Ong e per la situazione dei migranti che di fatto vengono come confinati nella pericolosa Libia.

Immigrazione, meno sbarchi in Italia

Il problema dell’immigrazione è da tempo terreno anche di scontro politico. Le opposizioni infatti nel nostro paese hanno da sempre attaccato gli ultimi governi che si sono susseguiti tacciandoli di sostanziale immobilismo.

Quando però a giugno la situazione dei nostri porti e dei nostri centri d’accoglienza è arrivata vicino al collasso, ecco che l’Italia si è come risvegliata dal suo torpore iniziando a chiedere all’Europa di darci una mano concreta.

Di fronte al niet da parte di Bruxelles, che si è limitata a elargire qualche milione di euro nelle nostre casse, ecco che allora il ministro Minniti ha deciso di stilare il codice di comportamento per cercare di regolamentare l’attività delle navi delle Ong.

In parallelo, il Viminale ha intavolato anche una serie di trattative con uno dei due governi libici, quello di Tripoli che risponde a Fayez Sarray, per sollecitare la Guardia costiera locale a bloccare le partenze delle navi cariche di migranti.

Ora è difficile stabilire di chi sia il merito, però i dati parlano di 11.459 migranti arrivati in Italia a luglio 2017 contro i 23.552 sbarcati nello stesso periodo del 2016. Nella prima metà di agosto poi gli arrivi sono stati 2.245 mentre in tutto il mese dello scorso anno furono 21.294. I numeri quindi si sono più che dimezzati.

Lungi però dal pensare che la battaglia relativa all’immigrazione potrebbe essere sulla strada buona per essere vinta. I trafficanti infatti stanno già studiando nuove rotte sia verso la Spagna, che ha visto al contrario aumentare di molto il numero degli sbarchi nell’ultimo periodo, ma anche verso l’Italia.

Da giorni infatti si parla del fenomeno delle “navi fantasma”. Si tratta di piccole imbarcazioni che sono state ritrovate lungo tratti di costa poco frequentati e controllati in Sicilia. Nel caso, le partenze ora potrebbero avvenire dalla Tunisia percorrendo rotte nuove e poco battute dalla nostra Guardia costiera.

Le proteste da parte dell’Onu

Questo cambiamento di strategia da parte dell’Italia però non è piaciuto all’Onu. Più di un esperto dell’organizzazione infatti ha criticato il nostro paese per il codice di comportamento introdotto e per il confino di fatti dei migranti in Libia.

Il nuovo piano d’azione europeo e il codice di condotta dell’Italia per le Ong rischiano di portare a un aumento di morti nella traversata e violano i diritti dei migranti.

Questo è il pensiero di Felipe Gonzalez Morales e Nils Melzer, esperti dell’Onu che mettono l’accento su un possibile aumento dei rischi per i migranti che tentano l’attraversata del Mediterraneo.

Ma non solo. All’Onu non va bene anche il confino dei migranti in Libia, paese non sicuro dove questi disperati sono esposti a rischi di ogni genere. I centri di accoglienza del paese africano infatti sono da tutti considerati come degli autentici lager.

Le obiezioni fatte dall’Onu in teoria sono entrambe legittime. Non si può discutere infatti come l’azione delle navi delle Ong abbia salvato migliaia di vite umane, mentre ora le traversate potrebbero tornare a essere molto più pericolose.

Allo stesso modo, è chiaro che la situazione di caos in Libia non possa garantire alcuna sicurezza ai migranti, spesso schiavizzati, torturati e ricattati nei centri di accoglienza dislocati nel continente africano.

Non è un caso che l’Europa abbia stanziato 47 milioni di euro per realizzare dei propri centri di accoglienza per i migranti in Libia, ma al momento la situazione è rappresentata dalla presenza di veri e propri lager.

L’appunto però che può essere rivolto all’Onu è su cosa abbia fatto finora di concreto per risolvere la situazione. Non risultano infatti risoluzioni o sanzioni inflitte verso quei paesi che fomentano il traffico di vite umane.

Così come Bruxelles si limita a inviare denaro per tenere gli “ospiti indesiderati” lontani dai loro preziosi confini, l’Onu esprime giudizi di merito senza cercare di esercitare il proprio ruolo per cui è stata fondata, ovvero cercare di risolvere con la diplomazia le spinose questioni internazionali.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.