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Manovra, i sindacati bacchettano il governo: “Ridurre cuneo fiscale per lavoro e pensioni”

lunedì 10 dicembre 2018, di Alessandro Cipolla

Nel delicata partita della legge di Bilancio 2019 finora la loro voce, rispetto a quella di tutti gli altri attori in campo, si era fatta sentire molto poco. Con la manovra nel pieno del suo iter parlamentare Cgil, Cisl e Uil, hanno presentato al governo un loro documento unitario.

Il giudizio dei tre sindacati sulla legge di Bilancio è negativo anche se la bocciatura non è totale: bene il tentativo di invertire la rotta dell’austerità, ma i soldi del deficit andrebbero utilizzati soprattutto per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e sulle pensioni.

Il parere dei sindacati sulla legge di Bilancio

Mentre lo scorso anno tutta la discussione in merito la legge di Bilancio era focalizzato sulla trattativa tra sindacati e l’allora governo Gentiloni - con la questione delle categorie di lavoratori gravosi da escludere dall’innalzamento dell’età pensionabile, alla fine ci fu lo strappo con la Cgil che non firmò - quest’anno invece le sigle sindacali hanno avuto finora un ruolo molto più marginale.

Dopo che la manovra è stata approvata con il voto di fiducia alla Camera, ma il testo ora potrebbe essere anche stravolto nel suo passaggio al Senato viste le pressioni dell’Europa, a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte ha ricevuto i vertici di Cgil, Cisl e Uil.

I tre sindacati hanno consegnato al Presidente del Consiglio un documento unitario, dove si auspica una “correzione di rotta” sulla manovra in quanto giudicata “carente su lavoro e sviluppo”.

Viene apprezzata comunque “la prima inversione di tendenza rispetto alle politiche di austerità”, ma i 22 miliardi di spesa in deficit - che tanto hanno fatto arrabbiare Bruxelles - dovrebbero “servire al sostegno di nuove politiche che mettano al centro il lavoro, soprattutto per i giovani e le donne, al contrasto dell’esclusione sociale e della povertà, ad interventi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno”.

Anche dal punto di vista degli investimenti il governo dovrebbe fare di più secondo i sindacati, così come “l’innovazione, la scuola, la formazione e la messa in sicurezza del territorio” vengono considerati dei punti ancora carenti.

Quanto ai due provvedimenti cardine di questa legge di Bilancio - Reddito di Cittadinanza e Quota 100 che verranno trattati con due decreti ad hoc - le sigle sindacali rimangono ancora un po’ freddi.

Per quanto riguarda il sostegno al reddito, i tre sindacati parlano di un rischio di “mere politiche di assistenza”, sottolineando poi come il Reddito di Inclusione non deve essere disperso ma rafforzato.

Per la Quota 100 infine l’avvio della misura è visto come un buon segnale, che però da solo potrebbe non bastare visto che mancano nel testo riferimenti alla “ pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, dei lavoratori precoci, dei lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza”.

In conclusione per Cgil, Cisl e Uil, questa legge di Bilancio sbaglia soprattutto il suo approccio in materia fiscale. Non piace il nuovo condonoche premia gli evasori”, in più non viene ridotto “il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte e né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione”.

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