Home > Altro > Archivio > Intercettazioni con virus informatici: niente più segreti per la Polizia
Intercettazioni con virus informatici: niente più segreti per la Polizia
lunedì 19 giugno 2017, di
Le intercettazioni ambientali sugli smartphone ad opera della Polizia e delle Forze dell’Ordine possono essere applicate a tutti i soggetti tramite virus informatici e malware, sia in movimento che nelle proprie case.
La Riforma del Processo Penale apre a nuove possibilità di indagine per le Forze di Polizia, poiché con l’Art. 84 i trojan, software malevoli in grado di accedere ad ogni smartphone per estrarne ogni tipo di contenuto, saranno ammessi come strumenti di indagine.
Le intercettazioni potranno colpire anche tv, computer e persino automobili. I virus informatici utilizzati per il controllo potranno infatti verificare la posizione del dispositivo, oltre che registrare conversazioni e scaricare messaggi di social network e WhatsApp.
Senza che la vittima si accorga di nulla e soprattutto senza lasciare nessuna traccia nello smartphone, la Polizia potrà applicare un controllo più efficace e questo favorirà le investigazioni, anche se a risentirne sarà la nostra privacy.
Vediamo di chiarire quali sono i virus informatici funzionali alle intercettazioni, in cosa consiste un trojan e come le Forze di Polizia potranno utilizzarli.
Virus informatici: trojan e malware per le intercettazioni
I virus informatici come trojan e malware possono diventare ottimi strumenti per le intercettazioni ad opera delle Forze di Polizia: la possibilità di controllare gli indagati tramite dispositivi elettronici come computer e smartphone sarà un vantaggio notevole per investigazioni.
Per malware si intendono tutti i programmi e i software creati con lo scopo di apportare danni ad un sistema informatico. Solitamente i malware vengono creati per disturbare le operazioni di altri computer, oppure per estorcere denaro.
Un esempio tristemente famoso di malware è CryptoLocker, che riesce a bloccare il computer del malcapitato e consente lo sblocco solo in caso di versamento di denaro, configurando un reato di estorsione vero e proprio.
Riguardo alle intercettazioni i trojan sono sicuramente i virus informatici più funzionali, in quanto si tratta di un malware che si inserisce all’interno di un altro programma assolutamente innocuo (per questo il riferimento al Cavallo di Troia). Il software in questo caso agirà indisturbato, senza lasciare tracce per l’utente.
Riforma del Processo Penale: il nuovo uso di virus per le intercettazioni
La Riforma del Processo Penale ha introdotto l’uso di virus informatici per svolgere indagini più precise ed estendere le intercettazioni. Poter entrare nei file di un computer, oppure registrare conversazioni telefoniche, oppure scaricare conversazioni di WhatsApp sono solo alcuni dei nuovi strumenti di indagine.
Le Forze di Polizia, infatti, potranno contare su tantissime applicazioni, compresa la possibilità di localizzare con precisione un indagato grazie all’attivazione del GPS.
La vera novità dell’Art. 84 della Riforma del Processo Penale è però l’estensione di tutti questi efficacissimi metodi a tutti i reati. La Corte di Cassazione si era già espressa favorevolmente con la Sentenza 26889/2016.
Tuttavia, rispetto alla possibilità di ricorrere a virus informatici per portare a processo intercettazioni più pertinenti, la Corte aveva assicurato legittimità ai soli casi di criminalità organizzata e associazione a delinquere.
Le indagini prenderanno sicuramente un’altra strada a questo punto e confidiamo che l’innovazione porti immediati vantaggi al lavoro delle Forze di Polizia, anche se a discapito di una fetta di privacy degli utenti di smartphone e computer.