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Gratuito patrocinio per mobbing: così la Cassazione tormenta gli avvocati

venerdì 28 aprile 2017, di Vittorio Proietti

La Corte di Cassazione sancisce il diritto al gratuito patrocinio per i lavoratori vittime di mobbing che non hanno la disponibilità economica, in quanto secondo la Costituzione ogni lavoratore ha il diritto di essere difeso.

Il reato di mobbing è argomento particolarmente sensibile, in quanto riguarda ogni tipologia di lavoro dipendente ed è spesso nascosta dalle vittime per paura di ritorsioni o di licenziamento. Eppure, scorrendo il testo della Sentenza 13497/2017, non è la situazione della vittima l’oggetto della pronuncia.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere della legittimità di usufruire di gratuito patrocinio, in quanto le norme dispongono che le persone offese dal reato di mobbing possono subire una deroga sui limiti di reddito, ma non vi accenno al dovere di accettare la richiesta a spese dello stato.

La normativa sul gratuito patrocinio è però molto complessa e occorre maggiore chiarezza.

Il reato di mobbing e i diritti del lavoratore

Il mobbing non è riconosciuto come reato vero e proprio da una legge specifica, tuttavia un giudice riconosce una serie di comportamenti vessatori da parte del datore di lavoro verso il proprio dipendente protratti nel tempo.

La condotta scorretta per essere mobbing deve costituire forme di prevaricazione e accanimento verso il lavoratore, con mortificazione morale o persino emarginazione. Nello specifico vi può essere anche un mobbing orizzontale, quindi da parte di colleghi e non del capo.

La tutela del lavoratore mobbizzato è comunque prevista dal nostro ordinamento attraverso specifiche disposizioni contenute in alcune leggi speciali legate al mondo del lavoro, poiché come già specificato manca una legge specifica che identifichi il reato.

L’ammissione a gratuito patrocinio al di là dei requisiti di reddito

Il caso specifico della Sentenza di Cassazione citata riguarda un lavoratore vittima di mobbing che ha richiesto il gratuito patrocinio allo stato, richiesta rigettata dal giudice del Tribunale di Bolzano per difetto di indicazione del proprio reddito, nonché del proprio nucleo familiare.

La richiesta di gratuito patrocinio è stata però riproposta con ricorso, rigettato una seconda volta, in quanto solo i soggetti offesi da alcuni reati del codice penale possono affidare allo stato le spese di difesa (tra i quali figurano maltrattamenti, lesioni e minaccia, rispettivamente Articoli 572, 582 e 612 bis del Codice Penale).

La Corte di Cassazione ha però confermato che l’interpretazione della norma deve essere intesa sempre a favore del cittadino vittima di mobbing o altri reati e che il gratuito patrocinio deve essere comunque assicurato. Il giudice ha il dovere di accogliere la richiesta anche se manca la certificazione del reddito.

La decisione della Cassazione è certamente lodevole, in quanto si configura come passo avanti verso la tutela dei lavoratori, molto spesso vittime di condotte scorrette e mobbing. Tuttavia, la stessa considerazione non vale per gli avvocati difensori, fin troppo vessati da prestazioni gratuite, come riportato anche in questo articolo.

Sentenza Cassazione Gratuito Patrocinio Mobbing
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