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Eurozona: PMI ai minimi da 4 anni a novembre. Ecco le cause del tracollo
venerdì 14 dicembre 2018, di
“Deludente fine del 2018 per l’economia dell’eurozona, con la crescita in rallentamento al livello più debole in quattro anni”. Così Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha commentato l’andamento degli indici PMI preliminari di Eurolandia diffusi oggi.
Al di là dei fattori congiunturali, come i gilet gialli, è la congiuntura generale di Eurolandia a segnare un indebolimento. Se da un lato, rileva Williamson, “parte della contrazione riflette i disagi dell’operatività commerciale e dei trasporti derivata dalla protesta dei ‘gilet gialli’ in Francia, è anche la conseguenza della diffusione dell’indebolimento del tasso di crescita su tutta l’area della moneta unica”.
Dati decisamente inferiori alle stime
I dati IHS Markit PMI preliminari di dicembre dell’Eurozona, in versione preliminare, hanno deluso le attese, come si può vedere dal nostro calendario economico.
La lettura flash relativa il manifatturiero dell’area euro si è attestata a 51,4 punti, contro i 51,8 punti precedenti e della stima degli analisti. Il dato relativo il settore terziario ha segnato una contrazione di 2 punti a 51,4. Gli analisti avevano stimato un dato in linea con il precedente.
Sia nel caso del manifatturiero, che in quello del comparto servizi, si tratta dei livelli minori in quattro anni.
Il Flash PMI composito della produzione nella zona Euro è passato da 52,7 a 51,3 punti, il livello minore in 49 mesi. “Gli ultimi dati flash dell’indagine hanno indicato un rallentamento della crescita dell’attività economica dell’eurozona, fino a segnare a dicembre il valore più debole in più di 4 anni. Si è registrata quasi una stagnazione del flusso di nuovi ordini, mentre l’occupazione è scivolata ai minimi in due anni e l’ottimismo è peggiorato”, si legge nella nota diffusa da IHS Markit.
Guerra commerciale e Brexit complicano il quadro
“Il clima economico e politico globale –evidenzia Williamson - preoccupa le imprese dell’eurozona”. Anche perché, a complicare il quadro ci sono le guerre commerciali e la Brexit. “Per di più l’indagine evidenzia quanto il settore automobilistico sia in difficoltà e quanto stia agendo da traino per l’economia del settore dell’intera regione”.
“Registrando valori deboli, gli indici che anticipano le tendenze quali nuovi ordini e previsioni per i prossimi dodici mesi ci mostrano una crescita della domanda in fase di stallo, e aggiungono rischi di un peggioramento per l’immediato futuro”.