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Equo compenso: ecco cosa prevede il DdL Sacconi

mercoledì 5 luglio 2017, di Anna Maria D’Andrea

Equo compenso per i professionisti iscritti ad Ordini e collegi: il Disegno di Legge Sacconi ha iniziato l’iter di discussione in Commissione Lavoro al Senato con l’obiettivo di reintrodurre il diritto ad un compenso minimo.

La legge sull’equo compenso presentata dall’on. Sacconi chiede di introdurre l’obbligo di remunerare il professionista secondo i parametri del DM Parametri bis che attualmente viene utilizzato soltanto nei casi di contenzioso.

Sulla base di quanto previsto dal DdL Sacconi, con l’entrata in vigore della legge sull’equo compenso verrebbero considerate nulle le clausole contrattuali che prevedono una retribuzione per il professionista inferiore a quanto prevista nei parametri, di cui al Decreto Ministeriale 17 giugno 2016.

Ecco cosa prevede il DdL Sacconi sull’equo compenso per i professionisti iscritti ad Ordini e collegi.

Equo compenso: ecco cosa prevede il DdL Sacconi

Il DdL Sacconi sull’equo compenso per i professionisti n. 2858 è attualmente in fase di discussione in Commissione Lavoro del Senato. Con la sua approvazione verrebbe reintrodotto in Italia un tariffario minimo per le prestazioni dei professionisti, abolito nel 2007 con la Legge Bersani n. 40.

Sono tre gli articoli principali del DdL Sacconi:

  • l’articolo 1 dispone la reintroduzione del minimo di remunerazione per le attività dei professionisti iscritti ad Ordini di categoria e collegi;
  • l’articolo 2 dispone la nullità di clausole contrattuali che prevedono un compenso non equo ed eccessivamente squilibrato a vantaggio del committente;
  • l’articolo 3 stabilisce il dies a quo, ovvero il termine di prescrizione per l’esercizio dell’azione di responsabilità professionale che decorre dal giorno del compimento della prestazione da parte del professionista iscritto all’ordine o al collegio professionale.

Il tema dell’equo compenso per i professionisti è tornato a far discutere nello scorso maggio, dopo la manifestazione organizzata dai professionisti a Roma proprio per denunciare una concorrenza sempre più al ribasso che comporta, come diretta conseguenza, la necessità di abbassare il proprio tariffario, con stipendi che raramente riescono a garantire copertura alle spese professionali e private.

Equo compenso per i professionisti iscritti ad Ordini e collegi: le novità del DdL Sacconi

Il DdL Sacconi si propone di “tutelare l’equità del compenso dei professionisti iscritti ad un ordine o collegio professionale e a garantire certezza del diritto nei loro rapporti con il committente”.

L’equo compenso per i professionisti è da intendersi come corresponsione di un compenso proporzionato a quantità e qualità del lavoro svolto, contenuto e caratteristiche della prestazione professionale, sulla base delle tabelle del DM 17 giugno 2016.

Il testo attualmente in discussione in Commissione Lavoro al Senato riguarda tuttavia soltanto i professionisti iscritti ad Ordini e collegi: avvocati, medici, commercialisti e via di seguito. Per i professionisti senza ordine il DdL Sacconi prevede che venga data “forza di legge ai contenuti minimi degli accordi collettivi sottoscritti da loro organizzazioni di rappresentanza con le associazioni dei committenti”, anche se sono state molte le perplessità e i dubbi sulla sua reale attuazione.

Equo compenso, una legge per risolvere la crisi delle professioni

I professionisti in Italia guadagnano sempre meno: la crisi degli avvocati ne è l’esempio lampante.

Più del 50% degli oltre 122.414 avvocati ha un reddito annuo lordo inferiore ai 20.000 euro e i due terzi degli iscritti all’Ordine guadagnano meno di 10.000 euro all’anno. Tra le motivazioni una concorrenza sempre più spietata che, più che a colpi di professionalità, si combatte a suon di consulenze a prezzi stracciati.

L’abolizione dei tariffari minimi inderogabili degli Ordini professionali, cominciata con la Legge Bersani n. 40 del 2 aprile 2007, è stata ritenuta recentemente illegittima con sentenza da parte della Corte di Giustizia Europea, la quale ha al contrario disposto che le tariffe minime sono legittime quando si tratta di prestazioni di interesse generale.

Il DdL Sacconi propone un passo indietro: reintrodurre i minimi tariffari per garantire l’equo compenso ai professionisti. Per risolvere la crisi delle professioni in Italia servono piccoli passi e la legge sull’equo compenso potrebbe essere il primo dei tanti interventi legislativi utili e necessari.

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