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Elezioni politiche, quanti voti può prendere il Campo Progressista di Pisapia?

mercoledì 14 giugno 2017, di Alessandro Cipolla

Elezioni politiche: negli ultimi giorni il Campo Progressista di Giuliano Pisapia è stato al centro delle ipotesi di alleanze nel centrosinistra, corteggiato sia dal Partito Democratico che dalla sinistra. Vediamo allora quanti voti può spostare.

Si devono ancora spegnere gli echi delle elezioni amministrative, visti anche i delicati ballottaggi in programma domenica 25 giugno, che già la politica italiana ha i pensieri rivolti alle prossime elezioni politiche.

L’immediato naufragio alla Camera della nuova legge elettorale, che alla fine dopo l’iniziale rimpallo di colpe sembrerebbe essere una soluzione che sta bene a tutti, ha fatto tramontare di conseguenza anche l’ipotesi di elezioni anticipate a settembre.

Con il governo Gentiloni quindi salvo, a meno di gravi crisi di governo, le elezioni politiche si terranno al termine dell’attuale legislatura, che vedrà il suo epilogo a febbraio 2018.

Anche se mancano ancora diversi mesi al voto, nel centrosinistra italiano fervono le trattative per allestire valide alleanze elettorali, con la figura di Giuliano Pisapia che al momento sembrerebbe essere centrale.

Elezioni politiche, quanti voti può prendere Campo Progressista?

Lo scorso anno la decisione da parte di Giuliano Pisapia di non ricandidarsi per un secondo mandato a Milano non colse molto di sorpresa. L’ex sindaco infatti più volte aveva ribadito che la sua esperienza alla guida della città meneghina sarebbe durata soltanto cinque anni.

Di pari passo però andavano aumentando anche le voci su un suo possibile impegno in politica su scala nazionale. Quando in questo 2017 quindi è stata ufficializzata la nascita di Campo Progressista, anche questa notizia non è stata inaspettata.

La creatura politica di Giuliano Pisapia al momento è ancora un contenitore di idee e propositi. Obiettivo ambizioso comunque del Campo Progressista è quello di cercare di riunire il frammentato centrosinistra italiana in vista delle prossime elezioni politiche.

Al momento però Pisapia è come tirato per la giacca da due lati: da una parte c’è il Partito Democratico di Matteo Renzi, mentre dall’altra c’è il resto dall’area dagli scissionisti del Movimento Democratici e Progressisti fino alla sinistra radicale.

Renzi si è esposto in prima persona dichiarando che le porte del PD per Pisapia sono sempre aperte, con il medesimo invito che è arrivato anche da chi a sinistra vorrebbe creare una coalizione alternativa ai dem.

Ma quando può valere in termini di voti il Campo Progressista di Giuliano Pisapia? Vediamo allora come alcuni istituti hanno pesato nei loro sondaggi l’avvento di questa nuova forza politica nello scenario italiano.

  • Demos - 2%
  • Lorien - 1,8%
  • Tecnè - 0,5%

Facendo una media quindi tra i tre istituti si può dire che Campo Progressista si possa aggirare attorno al 1,4%. Un peso specifico quindi al momento ancora ridotto, ma che però potrebbe essere importante in un’ottica più generale.

Che futuro per Pisapia?

La situazione del centrosinistra italiano dopo gli ultimi sviluppi è quella di un’area spaccata in due. Da una parte c’è il Partito Democratico di Matteo Renzi e dall’altra ci sono tutti i partiti e movimenti avversi all’ex premier.

In mezzo al guado di questi due mondi che di fatto non comunicano tra di loro c’è proprio Giuliano Pisapia, che ormai sembrerebbe aver smesso di cercare di trovare una soluzione per far tornare la pace dopo la spaccatura dei mesi scorsi.

Lapidarie sono state le recenti parole di Matteo Renzi, che ha ribadito come nel Partito Democratico non ci sia più spazio per una alleanza con chi se n’è andato, ovvero Bersani e gli altri scissionisti, oppure per chi è contro il Jobs Act, ovvero Sinistra Italiana di Fratoianni.

A questo punto quindi Campo Progressista deve decidere se accettare la proposta del PD oppure dare vita a una coalizione di centrosinistra alternativa a Renzi. Il sentore che si ha visto che ancora non è stata recapitata una risposta all’ex premier è che Pisapia possa propendere più per questa seconda ipotesi.

Come visto, dal punto di vista numerico questa nuova forza politica ancora non è determinante, anche se sono tutti voti che fanno sempre comodo al PD soprattutto in vista di uno testa a testa con il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche per essere il partito più votato e quindi, dopo il voto, ricevere da Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo.

Renzi però guarderebbe con interesse a Pisapia soprattutto in quanto unico interlocutore rimasto per recuperare voti e credibilità nell’elettorato di sinistra, che spesso negli ultimi tempi lo ha etichettato come troppo centrista e moderato.

Campo Progressista quindi non sarebbe utile solo per la dote dei voti in possesso, ma anche per tutti quelli che potrebbe permettere di rosicchiare alle altre forze di sinistra in questo momento ostili al PD.

Giuliano Pisapia però potrebbe avere progetti ben diversi da quello di fare da ruota di scorta a Matteo Renzi. Sulla scia di quanto accaduto in Francia con Jean-Luc Mélenchon e in Inghilterra con Jeremy Corbyn, l’ex sindaco vorrebbe puntare sulla riscossa della sinistra vecchio stampo.

Una coalizione quindi alternativa al Partito Democratico, che cercherebbe di ricompattare tutto il mondo del centrosinistra deluso dalle politiche attuate dai vari governi targati PD che si sono susseguiti nell’ultima legislatura.

Una forza politica questa che, se capace di toccare le corde giuste in campagna elettorale, potrebbe riuscire a ottenere anche un buon risultato alle prossime elezioni anche se, di fatto, consegnerebbe il paese al Movimento 5 Stelle e alla Lega Nord.

Sabato 1 luglio a Roma Pisapia ha organizzato in Piazza Santi Apostoli un evento per cercare di unire il centrosinistra, con l’occasione quindi che sarà con ogni probabilità quella buona per capire quale sarà il futuro politico di Campo Progressista.

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