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Il contante è ancora molto diffuso, ma occhio ai mercati emergenti
mercoledì 23 maggio 2018, di
I contanti hanno ancora una grande importanza, e non spariranno presto.
Una frase che assume un peso specifico infinitamente maggiore considerando che a dirla è stato il CTO di PayPal, Sri Shivananda.
Secondo Shivananda sono diverse le società che stanno cercando di creare un’economia di pagamenti digitali (si pensi al caso limite rappresentato dalla Svezia), ma devono affrontare la forte rivalità delle banconote: “La competizione è contante”.
L’anno scorso, uno studio della società di consulenza Capgemini e della banca BNP Paribas prevedeva che entro il 2020 le persone in tutto il mondo avrebbero realizzato circa 726 miliardi di transazioni tramite pagamenti digitali.
È inoltre emerso che saranno probabilmente i mercati emergenti a guidare la tendenza a effettuare transazioni cashless. In più, gli sviluppi di nuove tecnologie come le carte di credito contactless, i wearable device (dispositivi indossabili) e la realtà aumentata guideranno le transazioni senza contanti in futuro.
Ma - ecco il punto focale dello studio - è stato ancora il contante ad essere riconosciuto come principale metodo di pagamento tra gli utenti; un risultato confermato da molte altre ricerche e sondaggi, che hanno evidenziato come tra molte persone in tutto il mondo si registri una spiccata preferenza per l’utilizzo di banconote.
Il denaro è il re: chi guiderà il passaggio a una società cashless?
Lo scorso agosto, uno studio di PayPal ha rilevato che il contante era ancora il principale metodo di pagamento in Asia, con l’unica eccezione rappresentata dalla Cina, dove la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di preferire l’utilizzo dei pagamenti digitali. A novembre, la BCE ha dichiarato che la maggior parte delle persone nella zona euro ha utilizzato denaro contante per pagare beni e servizi nel 2016, in particolare per articoli di piccolo valore inferiori ai 15 euro.
Eppure negli ultimi anni sono emerse nuove forme di pagamenti online, compresi i portafogli mobili e le criptovalute.
Secondo Shivananda, un drastico allontanamento dal contante richiederà tempo, e potrebbero essere i nativi digitali - persone nate dopo il 1980 - a guidare il cambiamento, considerando che “la loro principale modalità di interazione con il mondo è digitale”.
Ma anche considerando questo, non sarebbe per niente facile rimuovere la liquidità e passare esclusivamente ai pagamenti digitali secondo David Ng, uno dei principali clienti di B Capital Group.
Il denaro resterà in circolazione ancora per un po’ secondo Ng, soprattutto in molti mercati emergenti visto che sono tanti i Paesi in cui non è affatto facile ottenere carte di credito o di debito, o utilizzare piattaforme di pagamento digitali.
Eppure una spinta costante da parte dei governi e la disponibilità di buone piattaforme di pagamento digitali, come WeChat Pay e M-Pesa, potrebbero portare più persone verso il cashless. Ma anche allora i consumatori utilizzeranno entrambi i metodi.
Cashless, cambiare mentalità: serve percezione di sicurezza
Ci sono tre caratteristiche che le società devono oggi considerare per convincere le persone a fare il salto dall’uso dei contante ai pagamenti digitali secondo Shivananda:
“La sicurezza è sicuramente la numero uno, la privacy è la numero due e l’affidabilità è la numero tre”.
Con il contante, la maggior parte delle transazioni avviene direttamente tra un acquirente e un venditore e, di conseguenza, è di solito sicura e privata. E con i pagamenti digitali - spiega Shivananda - agli utenti piacerebbe sapere che non solo i loro soldi sono al sicuro, ma anche che il modo in cui vengono spesi resta privato.
Questo rappresenta un punto critico che le aziende devono affrontare, perché uno dei principali vantaggi dei pagamenti digitali viene dalla possibilità per le stesse aziende di raccogliere dati che possano fornire loro informazioni sul comportamento dei clienti.
Presentarsi come un servizio di pagamenti affidabile diventa quindi un vantaggio competitivo per le aziende secondo gli esperti.
Per B Capital’s Ng - piattaforma che mette in contatto aziende e imprenditori in cerca di risorse per investire - è spesso difficile per consumatori e commercianti distinguere chi offre una tecnologia migliore. Ma le persone cominceranno a esprimere il loro giudizio in base a “facilità d’uso, prestazioni e rete”.
Pagamenti online: regolamentazioni ancora sottovalutate
Secondo gli esperti, truffe nelle transazioni online, violazioni dei dati e problemi di privacy potrebbero minare la fiducia degli utenti verso i pagamenti digitali e altri servizi fintech.
Scott Galit, CEO di Payoneer - società che elabora i pagamenti digitali con sede a New York - ha aggiunto che alcune società di fintech oggi sottovalutano le questioni relative alla regolamentazione, al rischio e alla conformità.
Questo potrebbe aumentare la possibilità che si vada incontro a rischi, come un attacco informatico. E, nel momento in cui quell’attacco fosse originato - ad esempio - dal fatto che una start-up non abbia seguito le procedure antiriciclaggio, la fiducia dei consumatori ne uscirebbe distrutta.
Nel complesso, secondo Gallit, c’è troppa tecnologia; e questa non si integra ancora sufficientemente con le persone.