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Come stanno oggi le banche italiane? Ecco diagnosi e cura di Mediobanca

lunedì 9 aprile 2018, di Francesca Caiazzo

Le banche italiane possono tornare in salute e per farlo dovrebbero archiviare i timori legati alla questione degli Npl, e concentrarsi sugli Utp.

È questa la cura di Mediobanca, che in uno studio analizza l’andamento del settore del credito del Sud Europa, che dopo essere stato penalizzato – in alcuni casi in modo eccessivo – dai timori legati alla riduzione dei crediti deteriorati, ha la possibilità di riprendersi.

Gli analisti, inoltre, si sbilanciano in un giudizio ouperform per alcuni istituti italiani come Ubi, Bper, Credito Emiliano e Unicredit.

Le banche italiane possono riprendersi

Mediobanca è positiva sullo stato di salute delle banche italiane e intravede una nuova fase di ripresa in Borsa. Secondo gli analisti, inoltre, anche la qualità del credito tornerà a migliorare molto presto.

Smaltire i crediti deteriorati, per gli istituti bancari, rappresenta certamente un’operazione che va a incidere sulla loro redditività ma secondo gli esperti bisogna guardare oltre. Non a caso, osservano che

“Il miglioramento del quadro macroeconomico dovrebbe rivelarsi come una sorta di pilota automatico per gli istituti di credito nella riduzione negli Npe (Non-performing exposure). Inoltre, non tutti gli Npe sono uguali: i bad loan possono essere venduti, mentre gli unlikely-to-pay possono essere ristrutturati”.

Le cura suggerita Mediobanca

Mediobanca delinea, dunque, una quadro positivo per il settore bancario italiano e suggerisce il percorso che le banche dovrebbero intraprendere per uscire dal contesto negativo che finora ha caratterizzato il mercato.

In particolare, la cura indicata dagli analisti di Piazzetta Enrico Cuccia riguarda i crediti unlikely to pay, settore in cui l’Italia è ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei.

“Crediamo che le banche dovrebbero concentrarsi sugli Utp, utilizzando le risorse liberate grazie alla riduzione degli Npl”

affermano da Mediobanca.
Un’operazione del genere consentirebbe di migliorare Cet1 di 10 -15 punti base per anno entro il 2020 ma anche gli utili per azione di circa il 6%

Le previsioni di Mediobanca

Insomma, dalle analisi svolte, si prevede che entro il 2021 l’esposizione della banche italiane ai crediti non performanti potrebbe ridursi di circa il 30% arrivando già entro il 2019 a rapporto tra crediti deteriorati e totale al di sotto del 10%.

Le stime degli analisti sorridono soprattutto a Unicredit e Credito Emiliano ma anche a Intesa Sanpaolo e Ubi. Stesso percorso ma con qualche difficoltà in più anche per Mps e Banca Carige.

Infine, Mediobanca mantiene la sua raccomandazione overweight sul sistema bancario italiano - che tra l’altro proprio oggi ha brillato a Piazza Affari con i titoli dei principali istituti in rialzo – conferendo un giudizio outperform a Unicredit, Credem, Ubi, Bper e alla spagnola Bankia.

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