Dal prossimo anno acquistare una macchina elettrica cinese potrebbe diventare più sicuro. Il Governo ha deciso di aumentare i controlli sulle esportazioni
La Cina è uno dei maggiori produttori mondiali di auto elettriche e marchi come BYD e MG si stanno facendo strada in molti Paesi Europei, Italia compresa.
Il merito di questo prestigio sta tutto nel mix tra prestazioni ottime e prezzi più bassi della concorrenza.
Ma c’è chi sta cercando di mettere i bastoni tra le ruote al “Paese del Dragone” e sono alcuni esportatori che spacciano per nuovi veicoli elettrici usati o a km zero per poi esportarli nel mondo tramite canali non ufficiali.
Una pratica fraudolenta sempre più diffusa a cui il Governo di Pechino ha deciso di mettere un freno già a partire dal prossimo anno. Vediamo come.
Le truffe di alcuni esportatori cinesi
La Cina è uno degli “ultimi arrivati” nel mondo dell’automotive e i suoi brand devono guadagnarsi la reputazione che le auto europee, americane, giapponesi e coreane si sono già ampiamente conquistate in decenni di presenza sul mercato.
Per questo motivo il problema delle esportazioni “truccate” potrebbe rivelarsi un boomerang devastante per l’intero comparto. Sembra infatti che sempre più esportatori stiano provando a vendere auto elettriche usate e già immatricolate spacciandole per nuove all’estero. Il tutto utilizzando canali non autorizzati.
Una pratica che, non solo mina la reputazione dei brand cinesi, ma crea anche molti problemi agli acquirenti sotto forma di software non aggiornati e difficoltà nell’assistenza post-vendita.
Pechino aumenta i controlli e introduce nuove regole sulle esportazioni
Per porre un limite a questo problema sempre più diffuso, Pechino ha deciso di introdurre delle nuove norme più restrittive per le esportazioni.
Dal prossimo 1 gennaio 2026 soltanto i produttori e i concessionari accreditati potranno fare richiesta per le licenze per l’export. Una norma già in vigore per le esportazioni di auto con motore a combustione e per le auto ibride e che coinvolgerà anche i marchi esteri che hanno stabilimenti in Cina come Tesla e Volkswagen.
Lo scopo dei nuovi regolamenti è quello di aumentare la credibilità e la reputazione cinese sul mercato globale delle elettriche. Le auto a batteria saranno quasi sicuramente il futuro dell’automobilismo mondiale e la Cina non vuole perdere l’occasione di affermarsi agli occhi di tutti come un partner autorevole, serio e capace di risolvere i problemi in poco tempo.
L’obiettivo della Cina
Non è, quindi, soltanto una questione di qualità costruttiva (molti modelli BYD e MG hanno poco da invidiare alle auto europee e giapponesi a livello di prestazioni) e di prezzi. È anche, e soprattutto, una questione di immagine e marketing.
In molti settori i prodotti cinesi esportati vengono visti con sospetto e con scarso interesse. Il settore dell’auto, al contrario, sembra in controtendenza e il numero di persone che sceglie modelli cinesi continua ad aumentare.
Azioni come quelle citate nei paragrafi precedenti rischiano di limitare questa ascesa e di avere ripercussioni notevoli sull’economia del Paese.
In attesa di capire se le nuove normative avranno un impatto significativo, rimane un consiglio da dare a chi è interessato ad acquistare un auto elettrica cinese: rivolgersi sempre a concessionari o rivenditori autorizzati e autorevoli.
leggi anche
Cina, l’industria auto sull’orlo del collasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA