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Criptovalute: le banche centrali le useranno per tagliare i tassi di interesse

martedì 15 maggio 2018, di C. G.

Secondo Morgan Stanley, le criptovalute saranno presto utilizzate anche dalle banche centrali che, tramite l’emissione di denaro digitale, cercheranno di tagliare i tassi di interesse a livelli mai visti fino ad oggi.

Per dirla in altre parole, gli istituti che si occupano di politica monetaria sceglieranno presto di appoggiarsi alle valute digitali appoggiate dai governi con lo scopo di utilizzare per far fronte a future e imprevedibili crisi finanziarie.

L’ultimo report di Morgan Stanley ha tentato proprio di spiegare in che modo e con quali prospettive le banche centrali, dalla Fed alla BCE, inizieranno ad utilizzare criptovalute per ritoccare al ribasso i tassi di interesse fino a spingerli in territorio estremamente negativo.

Criptovalute e banche centrali: tassi di interesse sempre più negativi

Il report di Morgan Stanley ha esaminato il modo in cui le banche centrali potrebbero utilizzare le criptovalute appoggiate dai governi per gestire in modo più efficiente l’offerta monetaria.

La tecnologia delle valute virtuali, per dirla con le stesse parole degli esperti, permetterebbe agli istituti di portare i tassi di interesse negativi a livelli drasticamente bassi, il tutto imponendo le proprie politiche direttamente sull’offerta monetaria, senza l’ausilio di intermediari finanziari (le banche).

“In teoria, un sistema monetario che è 100% digitale permetterebbe di imporre tassi ancor più negativi”,

hanno ribadito dal team. Una possibilità, quella citata, che alle banche centrali potrebbe non dispiacere.

I limiti del denaro fisico

“Le banconote e le monete che circolano liberamente limitano le possibilità delle banche centrali di imporre tassi negativi sui depositi. Una versione digitale di quel denaro potrebbe teoricamente permettere di caricare gli stessi tassi negativi su tutti i soldi in circolazione in ogni economia”,

e dunque non soltanto sull’offerta monetaria fisica.

È proprio questo il fulcro della questione. Durante le fasi di crisi finanziaria l’obiettivo delle banche centrali è sempre lo stesso: permettere al denaro e all’economia di tornare a girare. Con i suddetti tassi di interesse negativi gli istituti monetari spronerebbero le banche ad utilizzare il denaro piuttosto che a lasciarlo nei depositi (sempre meno convenienti).

Il rovescio della medaglia

C’è comunque da notare che, l’utilizzo delle criptovalute da parte delle banche centrali potrebbe avere non soltanto effetti positivi sull’economia reale.
Certo, lo spazio di manovra degli istituti di politica monetaria aumenterebbe, ma verrebbe ridimensionato il ruolo dei contanti come fonte di risparmio alternativo. Per cui, ricordano gli esperti, la corsa agli sportelli e la fuga di capitali potrebbero configurarsi come due rischi elevati.

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