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Sabatini (Abi): troppe regole per banche hanno rallentato economia, prendiamo esempio dagli Usa

lunedì 19 novembre 2018, di Luca Fiore

Una regolamentazione troppo stringente dei servizi bancari e di quelli finanziari potrebbe aver contribuito a rallentare le economie europee, compresa quella italiana. Parola di Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana).

"L’economia americana cresce in maniera più veloce, più costante rispetto all’economia europea”, ha detto Sabatini. “Questa differenza di andamento fra le due economie dovrebbe far riflettere per domandarsi se in questo contesto anche il quadro della legislazione del settore finanziario non abbia contribuito a una minore crescita".

Aumentata la resilienza del settore bancario

Sabatini, intervenuto al seminario annuale dell’associazione, ha rilevato come le analisi che l’Abi aveva fatto su Basilea II e mezzo e Basilea 3 erano di un impatto molto più rilevante rispetto a quelle fatte dal Comitato di Basilea e da altre istituzioni regolamentari. "C’è tema di fondo ovvero ripensare a quello che è stato fatto e Draghi ci ha dato una lettura più razionale sul fatto che potremmo trovarci dinanzi a una fase di rallentamento non strutturale”.

Per quanto riguarda le regole europee comune in termini di servizi finanziari, “è stato fatto molto e credo che il bilancio non possa essere che positivo”. Oggi il settore bancario europeo, “è più resiliente di quanto non fosse prima delle crisi".

“È fatto molto, ma forse con ritardo perché a fronte di una crisi che comincia nel 2008 e a fronte di chi già nel 2007 segnalava come all’interno di un mercato finanziario integrato fosse necessaria una vigilanza più integrata e quindi una autorità unica di vigilanza e quindi un singolo libro delle regole, solo nel 2012 si è cominciato seriamente a prendere in considerazione il tema”.

Bene il Ssm, errori nella direttiva per la gestione delle crisi

Da un lato troviamo la realizzazione del Single supervisory mechanism (Ssm), l’organo della BCE a cui è demandata la vigilanza principali istituti dell’eurozona, che “ha rappresentato un successo” portando a “un rafforzamento sostanziale della solidità e della stabilità del settore bancario europeo sia in termini di ricapitalizzazione sia di patrimonializzazione”.

Dall’altro c’è il Comitato di risoluzione unico (Srb, Single resolution board), l’agenzia che entra in azione nel caso di fallimento o di rischio di fallimento di una banca. Per Sabatini “purtroppo non nasce bene perché la direttiva Brrd (Bank recovery and resolution directive) ha un peccato originale di cui continuiamo a vedere le conseguenze e cioè immagina un nuovo modello di gestione delle crisi introduce nuovi meccanismi: si abbandona il concetto del bail-out e si passa al cosiddetto salvataggio interno e quindi la possibilità per andare coprire le perdite della banca in crisi non soltanto le azioni e i subordinati ma si può arrivare ad aggredire i depositi non garantiti secondo una gerarchia prestabilita”.

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