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Zona Euro: la (dis)unione bancaria. Oggi Eurogruppo al lavoro, ci sarà un accordo?

venerdì 12 aprile 2013, di Federica Agostini

Al via quest’oggi i lavori a Dublino per il meeting dell’Eurogruppo che vedrà riuniti i ministri delle Finanze dell’Eurozona. I temi scottanti non mancano di certo, bisognerà anzitutto riprendere il discorso sull’unione bancaria, lasciato in stand-by da molto tempo; la questione del bailout di Cipro, tormentata sin dall’inizio e certamente non sarà dimenticato quel dettaglio che è la lotta all’evasione fiscale, il nuovo nemico giurato dell’Eurozona.

Buoni gli intenti, ma analisti e osservatori temono che le trattative dei vertici stiano perdendo di vista il concetto profondo di unione bancaria, lasciando spazio a "concessioni" che potrebbero rendere la situazione europea ancor più disomogenea.

Unione bancaria: due temi ostacolo

A proposito di unione bancaria e del meccanismo di supervisione del sistema, ad opera della Banca Centrale Europea, non sono pochi gli ostacoli. Primo fra tutti, la Germania.

Quando, a marzo, la proposta doveva essere accettata dai governi, la Germania ha sollevato diversi punti di critica che oggi il ministro delle finanze Schaeuble non esiterà a riproporre. Anzitutto, la Germania chiede la netta separazione tra il potere decisionale sulla politica monetaria e quello sulla sorveglianza creditizia della BCE.

Probabilmente, dunque, Schaeuble chiederà che venga modificato l’articolo 127.6 dei Trattati per sancire "nero su bianco" la separazione dei due poteri, ma la proposta non è stata ben accolta sin dall’inizio perché si teme che in questo modo si possa incorrere in dubbi e "tranelli" giuridici e giudiziari.

Altro tema alquanto scottante è la creazione di fondi per la risoluzione delle banche in crisi, proposta dalla Commissione Europea. Secondo questa idea, bisognerebbe creare dei fondi nazionali che operino con le stesse regole e modalità e che poi confluiscano, un giorno, in un unico fondo destinato allo stesso scopo.

Ma l’ostacolo da superare, in questo caso, è la discrezionalità dei governi di escludere oppure no, alcuni depositi dall’obbligo di contribuire alla ristrutturazione della banca. Il punto è che il salvataggio di Cipro costituisce ormai un "precedente" e il fatto che i contribuenti di Cipro abbiano pagato per la ristrutturazione delle banche, sembra giustificare in qualche modo la scelta di alcuni paesi di proteggere i propri correntisti ed investitori.

La (dis)unione bancaria

Insomma, è evidente che in questa fase della crisi, uno dei principali problemi dell’Eurozona siano le banche e la loro gestione. Michel Barnier, Commissario al Mercato interno, sta lavorando ad un progetto per la separazione delle banche di investimento da quelle al dettaglio. Francia e Germania presentano i rispettivi progetti di riforma del sistema nazionale. La Spagna, insieme all’Irlanda (una linea accettata più in generale dalla "periferia dell’Euro) tornano a rilanciare l’idea originale di unione bancaria: dare al fondo ESM la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche, trasferendo i poteri di controllo alla BCE e interrompendo definitivamente quella spirale negativa che lega i bilanci dei governi nazionali a quelli delle banche. Riusciranno questa volta a trovare un accordo?

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