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Wall Street realizza nuovi record. Clima di distensione per la crisi in Ucraina
mercoledì 5 marzo 2014, di
Dopo una giornata particolarmente negativa nella seduta di lunedì, quando era circolata la voce (poi smentita) di un ultimatum della Russia all’Ucraina, a Wall Street gli indici azionari americani sono tornati a correre con grande forza senza preoccuparsi più di tanto degli sviluppi della situazione in Crimea. Putin ha ordinato la fine delle esercitazioni militari al confine con l’Ucraina e richiamato le proprie truppe. Per ora viene scongiurato un attacco, ma la situazione geopolitica resta delicata.
Il clima di maggiore distensione nei rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti, che comunque hanno condannato duramente le mosse di Mosca, ha favorito la ripresa degli acquisti di asset rischiosi. A Wall Street l’indice azionario S&P500 ha toccato nuovi massimi storici a 1.876,23 punti. Lasessione di ieri si è chiusa con un progresso dell’1,53% a 1.873,91 punti. Bene anche l’indice Dow Jones, che è salito dell’1,41% a 16.395,88 punti.
In forte rialzo troviamo anche le borse europee, che avevano accusato i cali più pesanti la seduta precedente (nell’ordine dei tre punti percentuali). A Francoforte l’indice Dax30 ha chiuso con un rialzo del 2,46% a 9.589,15 punti. Maxi-rimbalzo per Piazza Affari, dove l’indice milanese FTSE MIB ha registrato un incremento del 3,62% a 20.475 punti, trainato dal settore bancario. Bene anche lo spread Btp-Bund, sceso addirittura in area 180 punti.
La minore avversione per il rischio ha fatto scattare forti prese di beneficio sugli asset-rifugio. L’oro ha perso più dell’1%, tornando in area 1.330$ l’oncia. Molto pesante la perdita per il petrolio Brent, che è sceso dell’1,74% a 109,27$ al barile. Sul mercato delle valute sono avvenute forti vendite sul franco svizzero: il cross euro/franco ha sfiorato quota 1,22, ma il giorno prima era sceso in area 1,21. Ora c’è grande attesa per il meeting della BCE di domani e per i non-farm payrolls di venerdì.