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Wall Street è crollata di nuovo

mercoledì 4 aprile 2018, di C. G.

Esattamente come previsto dagli analisti, Wall Street ha aperto le contrattazioni in deciso calo oggi, sulla scia di una guerra commerciale resa più plausibile dall’ultima, imponente, tornata di dazi reciproci tra Cina e Stati Uniti.

A meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, i futures relativi ai principali indici del mercato azionario americano sono scivolati di oltre un punto percentuale e hanno fatto temere un’apertura in deciso calo.

La nuova ondata di dazi reciproci ha già avuto un impatto non indifferente sull’andamento delle Borse asiatiche ma soprattutto europee, con tutti i principali indici del Vecchio Continente a scambiare sotto la parità. Nel pomeriggio, poi, è toccata a Wall Street.

Wall Street: la reazione anticipata dai futures

La reazione di Wall Street ai nuovi venti di guerra commerciale è stata oggi ampiamente anticipata dall’andamento dei futures statunitensi. Quello sul Dow Jones ha perso oltre il 2,30%, mentre quello sull’S&P 500 è sceso di circa l’1,89% e il contratto sul Nasdaq è scivolato di oltre il 2%.

Un accenno oggi lo ha meritato anche Boeing, la più grande costruttrice statunitense di aeromobili leader nel settore aerospaziale che ha perso più del 5% nel pre-mercato di Wall Street. Il motivo? I contro-dazi pensati dalla Cina riguarderanno anche i velivoli realizzati dalla società.

Al momento della scrittura, a pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni, Wall Street è crollata di nuovo. Il Nasdaq sta perdendo l’1,51%, mentre il Dow Jones sta scambiando a -1,87% e l’S&P 500 sta soffrendo con un rosso dell’1,39%.

Venti di guerra commerciale: le conseguenze sul mercato

A risentire maggiormente dei timori degli investitori oggi è stato il mercato azionario europeo. Prima di Wall Street le principali piazze del Vecchio Continente hanno scambiato all’insegna della debolezza nell’odierna sessione di Borsa, con Francoforte e Milano a lottare per il titolo di peggiori del comparto.

Proprio a Piazza Affari le perdite sono state determinate dalle pessime performance di titoli come Cnh e Stm che hanno scambiato con rossi superiori al 4%. A soffrire oggi in Borsa sono state anche FCA (dopo il rally di ieri determinato dai dati sulle vendite negli USA), Exor e Ferrari, tutte con ribassi superiori ai due punti percentuali.

“Credo che il mercato sia semplicemente preoccupato dall’escalation. Non sarà così male avere tariffe su qualche prodotto ma un’escalation della tensione in tutto il mondo potrebbe seriamente minacciare il recupero globale”,

ha affermato James Paulsen, chief investment strategist di The Leuthold Group.

Neanche il tweet di Trump pubblicato nella mattinata odierna è riuscito a raffreddare gli animi e a limitare le perdite di Wall Street nel pomeriggio.

Nessuna guerra commerciale con la Cina, ha ribadito il presidente che non ha mancato di rivolgersi in modo polemico alle precedenti amministrazioni.

“Quella guerra è stata persa molti anni fa dai folli incompetenti che hanno rappresentato gli USA. Ora abbiamo un deficit commerciale di 500 miliardi di dollari l’anno e un furto di proprietà intellettuale di $300 miliardi.”

Al momento della scrittura, tutte le principali Borse europee continuano a scambiare in forte ribasso. La pessima apertura di Wall Street non ha di certo aiutato il mercato azionario globale a recuperare terreno.

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