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Voluntary disclosure 2015: boom di richieste per il rientro dei capitali dall’estero, ma ancora troppe incertezze sul penale

sabato 28 febbraio 2015, di Valentina Brazioli

Voluntary disclosure: nel 2015 è corsa alle informazioni per la procedura di rientro dei capitali detenuti all’estero. Gli studi professionali più importanti in Italia, infatti, sono sommersi dalle richieste da parte di clienti che sanno bene quanto la strada dei paradisi fiscali si stia facendo sempre più impervia. La voluntary, in concreto, rischia di essere l’ultima possibilità di regolarizzare la propria posizione; ma ci sono alcuni persistenti dubbi che rendono questa scelta non facile come potrebbe sembrare a prima vista.

L’assenza della circolare dell’Agenzia delle Entrate

Come già rilevato in precedenza, a complicare non poco le cose è l’attuale mancanza della circolare operativa che dovrebbe essere emessa dall’Agenzia delle Entrate; è un passaggio fondamentale per chiarire alcuni punti ancora oscuri dell’intero impianto normativo. Tuttavia, è probabile che l’attesa dia dovuta ai lavori parlamentari sul Decreto Milleproroghe, che contiene una piccola modifica in materia di raddoppio ei termini.

Le incognite penali

A preoccupare di più, comunque, sono le poche certezze in materia penale denunciate dai professionisti fiscali. Secondo gli esperti del settore, infatti, a spaventare non è tanto il costo della regolarizzazione, quanto il fatto che la procedura si possa trasformare in un’autentica autodenuncia penale. Molte aspettative, in questo senso, sono riposte nel decreto legislativo sulla semplificazione fiscale.

Il protocollo Italia-Liechtenstein

Nel frattempo, che l’adesione alla Voluntary sia sempre più un passaggio obbligato è evidente anche in virtù del recentissimo protocollo Italia-Liechtenstein. Di fatto, gli intermediari finanziari del principato chiederanno ai titolari di conto nel loro Paese, ma residenti in Italia, di dimostrare di aver sottoscritto la procedura di rientro dei capitali dall’estero, oppure la perfetta regolarità dei loro movimenti finanziari. Nel caso in cui il cliente non scelga nessuna delle due opzioni, interverrà direttamente l’Agenzia delle Entrate.

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