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Verbali BCE: tra fine del QE e rallentamento economico. Cosa è emerso?

giovedì 24 maggio 2018, di Marco Ciotola

Sono stati ufficialmente pubblicati i verbali BCE riferiti all’ultima riunione del 26 aprile.

Durante quell’incontro, lo ricordiamo, il consiglio direttivo ha confermato tutte le attese degli esperti rispetto ai tassi di interesse, lasciati invariati allo 0,00%; allo 0,25% quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale e a -0,40% i tassi sui depositi.

Per quel che riguarda il Quantitative Easing, è arrivata la conferma della sua prosecuzione con 30 miliardi di euro al mese fino alla data del 30 settembre 2018, con la possibilità di andare anche oltre qualora necessario.

Aspettative non altissime sui verbali BCE odierni, con il team di ricerca di Danske Bank che ha stimato “poco margine per ulteriori indicazioni sulle prossime mosse politiche”, considerando che durante la conferenza stampa di aprile Mario Draghi ha dichiarato che la BCE non ha discusso la politica monetaria “in senso stretto”.

E in effetti dai verbali di oggi non si riscontrano grosse novità, e tutto sembra restare in linea con il quadro dipinto da Mario Draghi durante la conferenza stampa del 26 aprile stesso.

Attenzione particolare per QE e una sua possibile estensione e focus sul forte rallentamento nella zona euro indicato dal PIL e da diversi altri indicatori, ma minimizzato dalla commissione, che ha specificato come “la spinta all’espansione economica è rimasta sostanzialmente intatta” .

I punti chiave delle minute di oggi: QE e rallentamento economico

Con un QE in scadenza a settembre, dai verbali emerge particolare attenzione nei riguardi della politica monetaria espansiva. Il consiglio ha confermato la volontà di mettere fine alla misura, ma ha ribadito che occorre avere “pazienza ” per quel che riguarda la riduzione progressiva, con indicazioni più precise che potrebbero arrivare soltanto nella prossima riunione di giugno.

Sotto la lente della commissione anche il rallentamento dell’economia nell’eurozona nel primo trimestre del 2018, malgrado il PIL in crescita per 5 anni consecutivi.
Tuttavia nel documento le preoccupazioni sono pressoché minimizzate, e viene messo un forte accento sulla crescita ancora solida e perfettamente in linea con le aspettative. Si è parlato di una dinamica legata a fattori temporanei.

Nel documento firmato dalla BCE si legge che su parte del rallentamento potrebbero aver avuto un riflesso le “preoccupazioni in merito al protezionismo commerciale, che potrebbero anche aver smorzato le aspettative delle imprese”. I timori in tal senso, hanno aggiunto i verbali, sono risultati più pronunciati, mentre dinamiche commerciali instabili potrebbero determinare disordinate oscillazioni sul mercato dei cambi, oltre che volatilità.

A quando il rialzo dei tassi?

Neanche sul fronte rialzo dei tassi ci distanziamo troppo rispetto a quanto già reso noto alla conferenza stampa del 26 aprile, anche se il rallentamento dell’economia potrebbe voler significare che un primo rialzo dei tassi arriverà più tardi di quanto atteso al momento.

Secondo la BCE l’inflazione viaggerà attorno all’1,5% per il resto dell’anno, e quindi ancora ben al di sotto dell’obiettivo del 2%. Ma alcuni prevedono un picco nei prossimi mesi, dovuto in grossa parte all’aumento dei prezzi del petrolio.

I governatori hanno sottolineato con forza l’importanza cruciale, in un momento particolarmente incerto, di mantenere un atteggiamento di prudenza nella gestione economica.

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