Veneto Banca-Popolare Vicenza: l’ipotesi spezzatino convince

Veneto Banca-Popolare di Vicenza: le ipotesi sul salvataggio continuano ad occupare le prime pagine dei giornali.

Il tutto mentre Intesa Sanpaolo sta cercando di trovare una soluzione per evitare il fallimento delle due banche venete. Tra le strade percorribili per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza è stata citata la cosiddetta “ipotesi spezzatino” che, secondo le ultime notizie, dovrebbe prevedere la nascita di una good bank e di una bad bank, con successiva cessione di alcuni asset da parte dei due istituti.

Quest’ultima ad oggi sembrerebbe la via più probabile per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Per tentare di evitare ad ogni costo il fallimento delle due banche venete il Governo ha anche intensificato i contatti con Bruxelles che dal canto suo ha dato il via libera al decreto di sospensione del bond da 85 milioni in scadenza a Montebelluna nella giornata di mercoledì.

L’ipotesi spezzatino, come è stata definita da alcuni, riuscirà davvero a garantire il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza? Lo sperano tutti, ma soprattutto Intesa Sanpaolo.

Veneto Banca-Popolare Vicenza: il ruolo di Intesa

Secondo le fonti più vicine alla questione, nella delicata partita per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza soltanto Intesa Sanpaolo sarebbe pronta ormai a farsi carico dell’intera questione. L’ipotesi di intervento congiunto dell’intero sistema bancario con Unicredit in prima fila è già naufragata.

Nonostante il grande interesse, il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza rappresenta un fardello eccessivo anche per Intesa Sanpaolo, il primo gruppo bancario del Belpaese. È per questo che, secondo le ultime notizie, da Intesa sarebbero stati avviati degli studi a tappeto volti alla ricerca della tanto attesa soluzione che potrebbe risiedere proprio nell’ipotesi di creazione di una bad bank e di una good bank.

Veneto Banca, Popolare Vicenza e Intesa: le opzioni sul tavolo

È da mesi ormai che il Governo e l’intero sistema stanno cercando di trovare una soluzione per evitare il fallimento delle venete. In quest’ottica diverse ipotesi e strade sono state scartate poiché considerate non percorribili.

La prima opzione scartata è stata quella del modello spagnolo, ossia quello utilizzato per il salvataggio di Banco Popular da parte di Santander. Intraprendendo questa strada il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza diverrebbe una questione troppo onerosa per Intesa Sanpaolo.

Tale opzione, infatti, prevederebbe di dar vita ad un aumento di capitale di svariati miliardi di euro che la prima banca italiana non sembra disposta a pagare. Stesso discorso anche sull’ipotesi separazione tra le due venete: i costi rimarrebbero elevati anche prendendo solo Veneto Banca e lasciando al suo destino la Popolare di Vicenza.

Terza tra le opzioni potrebbe essere quella relativa alla già citata creazione di una bad bank e di una good bank: in questo caso Intesa Sanpaolo potrebbe mettere le mani sulle due venete ormai ripulite. Il tutto, però, dopo aver trovato l’acquirente per la bad bank - sarà per caso Fortress, appena ritiratasi da Monte dei Paschi, oppure sarà il gruppo Iccrea ad acquistare a prezzo simbolico gli asset di Veneto Banca e Popolare di Vicenza?

L’ipotesi appena citata potrebbe essere quella più accreditata sia dai gruppi bancari in gioco, sia dallo stesso Governo, sia dall’Europa, felice di osservare un minor impatto pubblico della ricapitalizzazione. Ove i dettagli in merito venissero delineati, il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza potrebbe divenire cosa fatta nell’arco di una settimana.