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Turismo in crisi: spiagge vuote e disoccupazione stagionale. 10.000 persone a casa

venerdì 2 agosto 2013, di Valentina Pennacchio

Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare…Il tormentone estivo degli anni Sessanta rievoca lunghe code in auto in autostrada, italiani euforici delle ferie tanto agognate, schiamazzi sulle spiagge, relax sotto al sole, il pattino…da privilegio di pochi le ferie estive sono diventate col tempo un must. Ma è ancora così? E’ inutile negarlo, la crisi ha messo in ginocchio anche il turismo, a cui, quest’anno, si è aggiunta l’aggravante del cattivo tempo sino a poche settimane fa.

Le prenotazioni sono sempre più brevi e last minute, le spiagge sono quasi vuote. Nel mese di luglio si è registrata una contrazione allarmante: -10% rispetto al 2012 e di questi tempi è un dato che crea disperazione. La conseguenza immediata di questa situazione? Disoccupazione, tanto per cambiare. A giugno si è toccato quota 39,1% per quanto riguarda la disoccupazione giovanile.

Inoltre c’è da considerare un altro fattore significativo: in molte regioni e per mote famiglie il turismo della stagione estiva è l’unica fonte di reddito. Come attutire gli effetti della crisi?

Il Presidente del Sindacato italiano balneari (SIB), Riccardo Borgo, ha affidato le sue speranze al mese di agosto perchè

“continua ad essere il mese preferito dagli italiani per le vacanze. Certo non ci facciamo illusioni, ma se nel 2012 questo mese è stato determinante per pareggiare i conti della stagione estiva, quest’anno sarà difficile ripetersi. Se il meteo ci aiuterà, potremmo almeno ridurre la differenza”.

Estate in rosso

Estate in rosso e non per le temperature roventi, per la crisi. I giovani che avevano tanto atteso un impiego stagionale dovranno ricredersi. Non c’è spazio per bagnini, camerieri, parcheggiatori, non come gli altri anni, come denuncia il SIB:

“Oltre 10.000 di loro,quest’anno sono rimasti casa per mancanza di offerta, ma anche gli altri lavoratori stagionali sono in forte diminuzione”.

Le regioni più colpite (-20%) sono state:

  • Calabria;
  • Campania;
  • Lazio;
  • Puglia.

Al contrario, una situazione meno critica (-5%) si è registrata per:

  • Marche;
  • Veneto.

La speranza? Gli stranieri. “Tedeschi, inglesi, francesi, russi, polacchi, argentini e cinesi sono più numerosi rispetto allo scorso anno, ma si concentrano soprattutto nelle regioni del nord Italia" ha spiegato il SIB.

I fattori della crisi

Come abbiamo accennato, i nemici di quest’estate 2013 sono stati due: la crisi ed il meteo. Quest’ultimo ha inciso profondamente sulla diminuzione delle presenze in spiagge, come spiega Borgo:

“Quest’anno il nostro lavoro, di fatto, è iniziato solo a partire dal mese di luglio a maggio e giugno, infatti, un po’ dappertutto le avverse condizioni atmosferiche e soprattutto le temperature quasi autunnali, ben al di sotto delle medie stagionali, hanno convinto i turisti a non andare in spiaggia, dove le presenze, infatti, sono calate mediamente del 40%”.

A ciò va aggiunto ovviamente il fattore crisi, molte famiglie italiane sono in gravi difficoltà economiche e non esitano a rinunciare alle vacanze in funzione di altri priorità. Secondo Borgo si parla di circa 8 milioni di italiani.

E tra coloro che invece riescono a non rinunciare sono cambiate comunque le abitudini:

“Coloro che hanno scelto uno stabilimento balneare, se è vero che non hanno rinunciato al lettino ed all’ombrellone, grazie anche ai prezzi invariati rispetto allo scorso anno, si sono portati tutto il resto da casa, a partire dalla bottiglia d’acqua minerale fino allo spuntino per i bambini da consumare dopo il bagno”.

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