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Tobin Tax: ecco la proposta della Commissione Ue. Sarà pagata ovunque

venerdì 15 febbraio 2013, di Erika Di Dio

Arriva la proposta europea per la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che toccherà undici Paesi membri (Italia, Francia, Germania, Belgio, Portogallo, Slovenia, Austria, Grecia, Spagna, Slovacchia ed Estonia), per i quali è stata attivata la "procedura di cooperazione rafforzata". Emerge ora una più ampia gamma di applicazione dell’imposta, che probabilmente colpirà anche Londra. Ora infatti, secondo il nuovo progetto, sono comprese tutte le operazioni con un qualsiasi legame con gli undici Paesi, tra cui l’Italia, dove la tassa appunto entrerà in vigore.

Le novità

Ricordiamo che la tassa nasce per stabilizzare i mercati evitando pratiche scorrette, e allo stesso tempo contribuire al rilancio dell’Europa. Secondo i calcoli, dopo la sua introduzione, si pensa che possa generare ricavi che possono arrivare fino a 35 miliardi di euro l’anno.

Intanto, rimangono immutate le aliquote (0,1% per azioni e titoli di stato, 0,01% per i derivati), e rimane stabile il “principio di residenza” per cui si applica il regime di imposizione fiscale nello stato membro in cui risiede l’ente finanziario coinvolto nella transazione.

Nasce anche il "principio di emissione", ossia le istituzioni finanziarie che si trovano al di fuori dei paesi che partecipano al presente sistema fiscale sono ora tenute a pagare la tassa se hanno scambiato titoli emessi all’interno dell’Ue.

Escluse dal regime fiscale, invece, le transazioni concluse con la Banca centrale europea e i due fondi di salvataggio dell’Eurozona, Efsf ed Esm, oltre a tutte le transazioni correlate alla politica monetaria, al rifinanziamento e la gestione dei debiti sovrani, ossia le emissioni dei titoli di Stato.

I primi dubbi

Il commissario per la Fiscalità, Algirdas Semeta, ha dichiarato, "Quello che proponiamo è una tassa indiscutibilmente equa. La nostra proposta è del tutto legale, completamente rispondente al diritto internazionale. Comunque voglio discutere di questo con gli Stati Uniti”. Tale dichiarazione arriva in risposta ai dubbi manifestati dagli Stati Uniti sul progetto europeo e si pensa che il Paese d’oltreoceano potrebbe essere contrario a sostenerlo.

Altri dubbi provengono da Paesi altamente indebitati, con una grande quantità di titoli in circolazione che saranno soggetti alla tassa quando verranno scambiati sul mercato secondario.

Per quanto riguarda il trattamento dei titoli di debito pubblico sul mercato secondario, Semeta assicura che "sarà una delle molte questioni che saranno discusse durante il negoziato fra gli Stati membri partecipanti".

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