Home > Altro > Archivio > Terza Guerra Mondiale: Usa abbattono aereo siriano, che farà ora Mosca?
Terza Guerra Mondiale: Usa abbattono aereo siriano, che farà ora Mosca?
lunedì 19 giugno 2017, di
Terza Guerra Mondiale: sempre più caotica la situazione in Siria, con gli Usa che hanno abbattuto un aereo di Damasco che stava bombardando le milizie arabo-curde alleate degli americani. Cosa farà ora la Russia?
Diventa sempre più uno scacchiere delicato e pericoloso la Siria, dove alla guerra comune contro l’Isis si aggiungono anche le tensioni sempre più forti tra le milizie di Assad e i ribelli del regime che sono fiancheggiati anche dai curdi.
Una spaccatura di questo fronte anti-Isis che fa temere per lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale, visto che la Russia e l’Iran sostengono Assad mentre gli americani addestrano e sovvenzionano i ribelli.
Lo sguardo preoccupato del mondo intero più che nell’immediato è proiettato al futuro, ovvero a quello che potrà succedere una volta che il nemico comune dell’Isis sarà sconfitto a bisognerà ristabilire la normalità in Siria.
Terza Guerra Mondiale: Usa abbattono aereo siriano
Si fa sempre più dura e complessa la situazione in Siria. Torna a salire infatti la tensione tra gli Stati Uniti e Damasco, anche se al momento non tornano a sibilare i venti di una Terza Guerra Mondiale come nell’aprile scorso, quando Donald Trump comandò il bombardamento di una base militare siriana.
Adesso invece a riportare il gelo tra i due paesi è stata una battaglia aerea che si è consumata sopra i cieli di Tabqa, una città del Nord della Siria di recente sottratta dopo una lunga battaglia all’Isis.
Dopo aver conquistato Tabqa infatti, le milizie arabo-curde sostenute dagli Stati Uniti hanno puntato verso Raqqa, la capitale dell’Isis che dista soltanto 50 chilometri dalla città appena strappata dal giogo del califfato.
Fatto sta che comunque un aereo siriano nella giornata di domenica ha iniziato a bombardare i miliziani ribelli anti-Isis, scatenando così la reazione militare degli Usa che hanno abbattuto il velivolo.
Voci vicino al governo di Damasco hanno parlato di un’azione che porterà a gravi ritorsioni, mentre gli Stati Uniti hanno rivendicato l’abbattimento dichiarando di aver distrutto un caccia Su-22 che stava bombardando milizie anti-Isis.
Un’azione militare questa degli Usa che non avrà di sicuro fatto piacere a Vladimir Putin, visto che Mosca si è affrettata a dichiarare che da questo momento anche gli aerei militari sono da considerarsi degli obiettivi militari.
Che succederà in Siria?
Mentre le continue provocazioni di Kim Jong-un sono solite catturare le attenzioni di tutta la stampa internazionale, tutti gli analisti politici concordano nell’indicare la Siria come il più probabile scenario se mai si dovesse verificare lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale.
I blocchi contrapposti sono sempre i soliti due, ovvero gli Stati Uniti con dietro tutte le maggiori potenze occidentali e la Russia, spalleggiata dall’Iran con la Cina che al momento sembrerebbe essere soltanto uno spettatore interessato.
Al momento l’obiettivo principale è sconfiggere il sedicente Stato Islamico. Con le città di Raqqa e Mosul da tempo assediate e vicine alla resa, il califfato è ormai sul punto di collassare.
In più ci sarebbe anche la notizia della morte di Abu Bakr al-Baghdadi, il leader indiscusso dell’Isis che secondo alcune fonti non confermate sarebbe morto a seguito di un bombardamento russo a Raqqa.
Nonostante quindi che in Occidente non smettano di susseguirsi gli attentati degli estremisti islamici, nel territorio a cavallo tra la Siria e l’Iraq ancora nelle mani dello Stato Islamico la resa dell’Isis ormai sembrerebbe essere vicina.
Proprio in quest’ottica sono aumentate le tensioni, ma anche gli scontri, tra l’esercito regolare siriano e i ribelli, da anni in lotta aperta contro Assad ma che al momento sono in una sorta di tregua per cacciare prima via l’Isis dal territorio.
Se la Siria è da sempre uno dei principali alleati della Russia, al tempo stesso negli ultimi anni gli Stati Uniti si sono spesi moltissimo, sia in termini economici che in quelli di addestramento, per aiutare i ribelli anti-Assad.
L’avanzata quindi di queste forze arabo-curde sostenute dagli americani nella conquista di Raqqa, non fa di certo piacere ad Assad che teme che i ribelli possano poi prendere il possesso della grande città una volta cacciati gli estremisti.
Quello che potrebbe riproporsi è quella sorta di guerra civile che si verificò in Iraq dopo la morte di Saddam Hussein. La differenza però è che questa volta Usa e Russia potrebbero non rimanere semplicemente a guardare.
Del resto già in questo momento, come dimostrano le recenti operazioni militari messe in atto da entrambi gli eserciti, le due potenze non si stanno limitando a fornire soltanto un supporto.
Quando il sedicente Stato Islamico si sgretolerà, allora in quel momento tutte le forze in campo dovranno essere brave a evitare che la situazione possa nuovamente degenerare, ma al momento né gli Stati Uniti né tantomeno la Russia sembrano disposti a fare dei passi indietro.